EX DEPORTATI ITALIANI DUE VOLTE VITTIME : DEL NAZISMO E DELLA BUROCRAZIA

autore: 
Alessandro Maria Lecci

In qualità di Avvocato, dando corso al mandato professionale conferitomi dalla vedova di un militare italiano deceduto in Germania, a seguito di internamento in un campo di concentramento nazista, mi sono purtroppo imbattuto nella complicatissima (anche per un addetto ai lavori come me) ed ingiusta selva della normativa in materia di risarcimento alle vittime del nazismo.

Traendo spunto da uno degli scarni e rari trafiletti che talora appaiono sulle ultime pagine dei giornali nazionali, ho cercato, innanzitutto, di contattare il numero verde all'uopo messo a disposizione dei cittadini italiani da parte del Governo tedesco.

Non riuscendo nel mio intento, dopo accurate ricerche svolte presso la Telecom Italia, sono finalmente riuscito a conoscere il nome ed il numero (non verde questa volta) dell'Associazione che, per conto del Governo tedesco, gestiscein Italia le pratiche risarcitorie nei confronti dei “c.d. schiavi di Hitler”.

Avuto un colloquio con una solerte e gentile impiegata di detta Organizzazione, ho dovuto, però, riferire alla mia anziana assistita che suo marito in quel lontano 1945, anzichè morire nel campo nazista, sarebbe dovuto invece tornare a casa da quella sua moglie bambina e da quella sua figlia che non avrebbe mai conosciuto e, solamente così, alle soglie del nuovo secolo avrebbe quindi potuto sperare di beneficiare della magnanima riparazione concessagli, dopo 60 anni, dal governo tedesco.

Quanto sopra, poichè il governo tedesco ha deciso di indennizzare solamente gli ex deportati italiani che alla veneranda età di 80 anni sono giunti vivi nel 1999. A questo punto ho azionato la procedura italiana di indennizzo di cui alla L.94/94.

Ed in conseguenza di ciò, la mia arzilla cliente, alla veneranda età di 80 anni, è stata invitata non solo a ricercare in giro per l'Italia certificati militari del defunto marito ma anche ad interessarsi in prima persona, ed a livello internazionale, circa l'esatta qualificazione del campo tedesco ove la stessa ben 55 anni fa, perse quel suo unico e giovane affetto, trovandosi così, semplice sartina di provincia, costretta ogni giorno a mettere dignitosamente insieme il pranzo con la cena per quella piccola figlia che nonostante tutto aveva tanta voglia di vivere.

Il tutto con buona pace dei concetti di amministrazione a misura del cittadino e della normativa sull'auto-certificazione. Ciò posto, ed in vista dell'imminente consultazione elettorale, nella mia veste questa volta di semplice cittadino italiano, auspico che il nuovo governo di qualsiasi colorazione esso sia prenda seriamente a cuore le sorti dei tanti militari italiani (e delle correlative famiglie) che immolando gli anni più belli della loro gioventù hanno permesso lo sviluppo dell'attuale benessere del quale ognuno di noi quotidianamente beneficia.

Insomma, nel primaverile sbocciare delle varie compagini politiche che si richiamano ai più svariati temi floreali, mi auguro che qualcuno si ricordi pure dei tanti bei fiori italiani che sono stati recisi in territorio straniero per far grande il nostro Paese.

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