Fra contemplazione e attivita'

autore: 
Renzo Giraudo Bes

Nella Chiesa ci sono molti Ordini religiosi: alcuni sono Ordini contemplativi, dediti alla preghiera nel chiuso dei conventi; altri sono Ordini attivi, che operano nel mondo e alla preghiera uniscono la pratica della carità, svolta cercando di alleviare i molti mali, anche materiali, che affliggono l’umanità. Tutti questi Ordini operano in modi diversi, ciascuno secondo la propria vocazione; ma tutti lavorano per la stessa religione e per la gloria dello stesso Dio e perciò tutti hanno il loro posto nella Chiesa e godono della stessa considerazione.

Fra i Monarchici c’è qualcosa di simile: ci sono gruppi che potremmo assimilare agli Ordini contemplativi, dediti al culto ed alla valorizzazione del passato, e gruppi attivi che non rinnegano il passato, ma che si impegnano nel presente, affrontando i problemi politici, sociali ed economici del mondo d’oggi. Gli uni e gli altri sono degni di considerazione e di rispetto e sono diversi solo perchè diversa è la loro vocazione.

L’Alleanza Monarchica fa parte dei gruppi attivi, anzi, senza falsa modestia, ne è l’esponente maggiore. Oggi vogliamo esporre, sia pure sommariamente, gli scopi e i modi d’agire del nostro Movimento. Cominciamo col dire che il nostro è un movimento politico che si sforza di dare ai Monarchici una voce nel dibattito politico e una partecipazione piena alla vita italiana. Questo ci spinge ad affrontare non solo il problema istituzionale ma tutti gli aspetti della società, facendo delle proposte e delle scelte; e, per evitare che le nostre scelte coinvolgano o compromettano chi rappresenta l’Istituzione monarchica, operiamo in autonomia, come “partito per il Re” e non come “partito del Re”. Tutto questo ci sembra chiaro e corretto; poi, se qualcuno non vuole o non può capire, è affar suo.

Per ridare voce ai Monarchici bisogna innanzi tutto cercare di capire e di interpretare il momento storico nel quale viviamo, per poterci inserire con delle proposte realistiche e rispondenti a ciò che molta gente si aspetta. Stiamo cercando di fare proprio questo, nelle nostre assemblee, come su queste colonne: e i lettori più attenti di “Italia reale” se ne saranno già accorti. Ebbene, ci pare che i punti sui quali basare un strategia monarchica siano la degenerazione della democrazia in oligarchia (= governo di pochi) e la nascita di un super-regime, tendenzialmente totalitario, che sta sopra i due poli autorizzati a scannarsi a vicenda su questioni di secondo piano e a correre indipendentemente per la conquista del Governo, ma che sono obbligati a rispettare denza discutere i dogmi proclamati dal super- regime.

Dell’oligarchia abbiamo già scritto in precedenti articoli; aggiungeremo soltanto che le oligarchie sono lo strumento necessario del super-regime, che non può tollerare dei dissensi che non siano finti o limitati. Quanto al regime, basta leggere i grandi giornali, seguire le televisioni e i pubblici dibattiti per capire che ci sono degli argomenti tabù che non devono essere neppure messi in discussione. E’ però lecito azzuffarsi su problemi secondari (vedi Articolo 18) o su questioni di natura morale, tanto il regime si infischia della morale. Per non apparire troppo teorici, inseriamo un esempio terra terra, scelto fra mille: tutti sanno che l’euro ci ha impoveriti, che i prezzi sono aumentati, che i soldi si sciolgono nelle nostre mani come neve al sole e non bastano più. Solo gli esponenti del regime non se ne sono accorti e smentiscono spudoratamente anche l’evidenza; e non c’è maggioranza o minoranza che tenga: tutti dicono le stesse cose, perchè tutti sono asserviti al superregime, per il quale l’euro è un dogma di fede.

Se noi riusciremo a capire e a fare nostri questi concetti otterremo l’attenzione di quella parte di opinione pubblica che sta già dando segni di insofferenza quasi dappertutto in Europa e che viene sistematicamente ignorata dal regime. Se poi sapremo proporre un programma di liberazione dei popoli dal regime, dalle oligarchie. dalle forze che vogliono appiattire e annullare la nostra identità in nome di interessi che non sono trasparenti e che non sono nostri, se ci presenteremo con un volto rassicurante (non con quello dei demagoghi facilmente demonizzabili) otterremo molti consensi e torneremo a fare della storia. Al centro di questo programma c’è naturalmente la Monarchia, intesa come Istituzione che difende il popolo e ne preserva le speranze. Ci sono tante altre cose da esaminare: come tradurre in soldoni queste idee per renderle comprensibili e condivisibili da chiunque, quali tattiche usare da oggi, come barcamenarsi in un sistema che tende a soffocare ogni dissenso vero; ma l’importante è avere le idee chiare e crederci. Questo è il lavoro che proponiamo a chi ci segue e specialmente ai giovani, ai quali si addice la speranza e la volontà di crearsi un futuro e non la sterile rimembranza del passato.

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