LE ELEZIONI REGIONALI IN PIEMONTE NON SONO FINITE

autore: 
Roberto Vittucci Righini

Il fatto

Alle elezioni regionali del marzo 2010 in Piemonte si è presentata tra le altre che appoggiavano alla presidenza il candidato della Lega, la lista “Pensionati per Cota” che schierava 19 candidati ed ha ottenuto 27.797 voti, risultati determinanti per la vittoria dell’on. Roberto Cota nei confronti della candidata del centro-sinistra Mercedes Bresso che le elezioni ha perso per 9.127 voti.

La lista “Pensionati per Cota” ha avuto un eletto nella persona di Michele Giovine, consigliere regionale uscente che nel 2005, indagato per falsità nella presentazione della lista, allora dedicata ai “consumatori”, era stato assolto per prescrizione del reato dopo che la falsità prevista dalle norme speciali elettorali, era stata ridotta dal Parlamento da delitto a semplice ammenda punita con sanzione pecuniaria da 500 a 2000 euro (una specie di istigazione a delinquere, come dimostra il fatto che Giovine ci è ricascato); come se non bastasse, a seguito della contestuale sancita riduzione dei termini di prescrizione, diventati brevissimi e ridicoli a favore di quanti avevano violato le norme elettorali, Giovine non dovette nemmeno pagare la piccola ammenda.

Nel 2006, però, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del comma ricontestato ora a Giovine, ripristinando per tale falsità il “delitto” punibile con il carcere, per cui Michele Giovine verrà processato con l’accusa di aver falsificato insieme al padre Carlo, le firme di 18 dei 19 candidati della lista che lo ha eletto, quasi tutti suoi parenti, compresa quella di Clementina Torello di 91 anni.

Primo commento (di schifezza)

E’ veramente una schifezza quella commessa dal Parlamento che aveva derubricato da reato punibile con il carcere, le falsificazioni di firme nelle liste elettorali.

Ciò affermiamo in piena coscienza da presentatori di liste monarchiche per le quali, privi come siamo di mezzi economici, ci danniamo e abbrutiamo ogni volta per ottenere, pagando anche caramente gli autenticatori abilitati dalla legge, liste con candidature e firme dei sottoscrittori assolutamente vere e legali.
Quella commessa dal Parlamento era stata un’indegna presa in giro di coloro che rispettano la legge, pari a quell’altra posta in atto con l’“amnistia” concessa ai mascalzoni che ad ogni tornata elettorale coprono con propri manifesti quelli affissi negli spazi riservati alle altre liste che non possono economicamente permettersi al pari di loro, in gran parte ladroni e corrotti, di ripristinare la situazione precedente e di legge.

Secondo commento (di giustizia)


E’ pur vero che viviamo in periodo in cui taluni politici affermano di essere proprietari di immobili acquistati a loro insaputa da terzi, nel mentre altri politici accedono a poltrone ministeriali con prima preoccupazione quella di bloccare processi penali a proprio carico.
E’ anche vero che la sconfitta della candidata del centro-sinistra è stata accolta con soddisfazione da molti, monarchici compresi, ma rimane comunque sempre ridicolo e totalmente contrario al buon senso sostenere, come fanno in particolare i leghisti (che non tollerano sia messa a rischio l’elezione dell’on. Cota), che i Magistrati e, quindi, la Giustizia, falsino - in caso che venga disposta la ripetizione delle elezioni regionali - la volontà popolare che avrebbe concesso loro la maggioranza.

O ci si trova in regime democratico e allora devono valere per tutti le leggi e le regole, oppure in un regime che democratico non è, e allora si accettino i risultati fondati anche sulla frode e sulla falsità, come quello della lista “Pensionati per Cota” del rinviato a giudizio Michele Giovine, che è stata determinante per dare la vittoria al leghista.


La cosa è così chiara, e tale dovrebbe essere per tutti, compresi quanti manipolano la verità per trasformare il torto in ragione, da non necessitare né meritare ulteriori parole.

Terzo commento (di amarezza)


Qualcuno ha detto che la democrazia è quel sistema che permette a dieci scimmie di prevalere su nove scienziati e vi è da ritenere che non si tratti solo di una battuta ove si consideri che la lista “Pensionati per Cota”, creata non già da pensionati ma da Michele Giovine di 37 anni, che presentava altri 18 candidati sconosciuti, quasi tutti suoi parenti, ha ottenuto quasi 28.000 voti con un programma che non conosciamo e che nemmeno sappiamo se sia mai esistito, dal che il dubbio che potesse avere quale fine il far ottenere una pensione (dopo gli stipendi e a tempo debito) al suo ideatore.

E’ amaro constatare che le liste monarchiche che si presentano con seri programmi studiati e impostati a favore del bene comune, composte di candidati portatori di un ideale che potrà anche non essere condiviso dai più, ma che comunque esiste e per il quale ci si batte a viso aperto, a proprie esclusive spese e onestamente, raccolgono un numero molto ma molto inferiore di voti.


Magra consolazione, purtroppo non influente, i voti alle liste monarchiche sono ragionati, quelle alle liste di coloro che inalberano il vessillo di pensionati solo per gabbarne i voti, sono...

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