PANORAMA POLITICO

autore: 
Giancarlo Vittucci Righini

E’sempre più imminente l’estromissione di Berlusconi dal Senato a seguito dell’applicazione della c.d. legge Severino.
I Senatori del PD, del Movimento 5 Stelle, di Sel ed i seguaci di Monti, si sono coalizzati per cacciare il leader del centrodestra poiché lo considerano un avversario abile e pericoloso, l’unico che veramente avrebbe la capacità e la possibilità di ribaltare i giochi e di tornare alla vittoria in un prossimo futuro.
 

È pur vero che il Cavaliere è ormai anziano, logorato dalle esperienze e da un tenore di vita non proprio adatto ad un uomo della sua età, ma è altrettanto vero che anche nelle circostanze più avverse ha saputo reagire in modo inaspettato e travolgente. 
 

Comunque in questo momento il Sen. Berlusconi ha molte gatte da pelare. In particolare deve evitare assolutamente la scissione all’interno del suo partito tra i cosiddetti governativi capeggiati da Angelino Alfano (il quale ricopre attualmente gli incarichi di Vice Presidente del Consiglio,
Ministro degli Interni e Segretario Nazionale del PdL) ed i cosiddetti lealisti capeggiati dall’On. Raffaele Fitto, ex Presidente della Regione Puglia, sostenuto da Verdini e dalla Santanchè. 

Ovviamente Alfano vorrebbe conservare le 3 cariche mentre i suoi avversari chiedono l’azzeramento di tutti i posti dirigenziali, da attribuire soltanto dopo le tanto attese primarie. 

Sul voto ormai prossimo del Senato (questo articolo è stato scritto il 21 ottobre - n.d.D.), esistono alcune incognite: in particolare il voto dovrebbe essere segreto, com’è avvenuto finora tutte le volte che si è trattato di decisioni riguardanti singole persone,ma l’orientamento di tutti i gruppi parlamentari fatta eccezione per quello del PdL è invece favorevole al voto palese.

In realtà i fautori del voto segreto sperano che una parte rilevante dei senatori approfittando della segretezza del voto possa votare contro l’esclusione di Berlusconi per due motivi collegati tra loro: evitare la caduta del Governo Letta che potrebbe perdere la fiducia del PdL e la conseguente possibilità che si giunga a nuove elezioni mettendo a rischio il seggio parlamentare di tanti “peones” che non hanno la certezza della loro rielezione.
 

Anche gli altri partiti hanno i loro grossi problemi.
Nel PD fervono i preparativi per le primarie che allo stato dovrebbero essere vinte da Matteo Renzi già sconfitto in precedenza da Bersani, ma che ora gode dell’appoggio di molti ex bersaniani.

 

Singolare figura quella del Sindaco di Firenze, proveniente dalla sinistra DC e certo più rassicurante degli ex PCI, il quale vorrebbe fare le scarpe all’attuale Presidente del Consiglio Enrico Letta, anch’egli ex DC.
Renzi è un tuttologo che discetta su tutti e su tutto, ma che finora non risulta che si sia particolarmente distinto nell’incarico che ricopre.
Gli viene contrapposto Gianni Cuperlo, sostenuto dai comunisti e dalla CGIL.
 

In Scelta Civica, l’alleanza elettorale costituita dai seguaci di Monti, dall’UDC di Casini e da Italia Futura di Montezemolo, è successo il finimondo.
 

Pare che la maggioranza dei senatori, 12 su 16, sia in procinto di concludere un accordo con il PdL, per cui Monti ha dato le dimissioni da presidente, ma non da senatore a vita, e si è iscritto al gruppo misto.
 

Nel Movimento 5 Stelle di Grillo il solito marasma di incompetenti, varie espulsioni, dichiarazioni contraddittorie e chi più ne ha più ne metta.
 

Infine il Governo ha varato la nuova “Legge di Stabilità” che appare del tutto insufficiente in quanto i lavoratori dipendenti nei prossimi tre anni guadagneranno soltanto tra i 150 ed i 200 euro in più a testa.

Va ancora peggio per le società sia di capitali che di persone, poiché nei loro confronti la riduzione del cuneo fiscale è esigua e non è neppure prevista per le persone giuridiche.
 

Va meglio per le solite Banche alle quali sono stati concessi notevoli vantaggi, ma che non è detto possano risolversi in un incremento del credito per i propri clienti.
Per le famiglie non è prevista una riduzione del carico fiscale che avrebbe consentito maggiore disponibilità di spesa. 

 

Inoltre non sono stati previsti incentivi di alcun genere sul piano industriale per trasporti, industria e agricoltura.

Sarebbe stata invece preferibile una sanatoria tombale accompagnata da una riduzione drastica della spesa pubblica per addivenire alla riduzione progressiva della pressione fiscale.

 

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