LA PROPRIETÀ NON ESISTE PIÙ

autore: 
Massimo Mallucci

LA NUOVA LEGGE SUL CONDOMINIO RENDE SEMPRE PIÙ DIFFICILE LA VITA IN COMUNE NEL CASEGGIATO

Il regime asfittico di questa casta di privilegiati che continua ad imperversare sull’Italia, da anni prende di mira la proprietà delle famiglie e, così, le nostre case sono considerate supermarket per ladri e spugne da spremere per il fisco.

Ecco, dunque, che i nostri legislatori hanno ben pensato di rivedere anche la normativa riferita al Condominio, attraverso quell’ottica assemblearistico-marxista, con un pizzico di burocrazia e modulistica in più, che farà impazzire tutte le persone perbene.

Noi monarchici di Stella e Corona abbiamo inserito nel nostro programma un concetto fondamentale: la proprietà non può essere tassata, in quanto tale, (anche perché molto spesso costituisce un costo e non altro) ma devono essere tassate soltanto le rendite che la proprietà può dare. Nessuno lo sa, vista la censura del silenzio attuata nei nostri confronti.

Pochi si sono accorti del nostro programma, anche della riferita proposta, diretta ad unire ad un progetto politico di tutela della famiglia, il concetto di proprietà familiare (esente tasse). Tutto continua allegramente come prima, verso uno sfascio generale, mai conosciuto. La nuova legge 11/12/ 2012, n. 220, deve comunque, essere applicata, compresa la nuova “anagrafe condominiale” che ricorda le funzioni dei “capi fabbricato” tanto cari ai regimi comunisti.

La cosiddetta anagrafe tributaria é costituita da tutta una serie di modulistica che riguarda i coefficienti dell’immobile, la proprietà, gli atti di acquisto, la conformità degli impianti, le indicazioni dei conduttori e tutta un’altra serie di notizie che sarà una miniera d’oro per il fisco. Lo stato padrone continuerà pertanto a spremere i proprietari d’immobili che pagano, ormai, per difendere le loro proprietà, un affitto mensile agli Enti Pubblici che raccolgono denari per sperperarli, grazie ai costi della politica diventati insopportabili.

La nuova legge interessa circa 30 milioni di Italiani, quanti sono coloro che vivono associati nello stesso immobile. La normativa é composta da ben 32 articoli che vanno a sostituire un’analoga legge, molto più comprensibile ed accettabile, risalente al 1942. La nuova normativa riguarda le “parti comuni dell’edificio” ed incide sulle modificazioni delle destinazioni d’uso. Introduce tutta una serie di nuove maggioranze di divieti e di contro divieti. Basti citare le modifiche apportate all’art. 1138 del Codice Civile che riguardano il Regolamento. Se questo viene approvato in assemblea occorre la maggioranza degli intervenuti e una metà del valore dell’edificio (art. 1136). Dovrà poi essere allegato al registro dei verbali, istituito da un nuovo articolo. È prevista la possibilità di impugnazione.

Il Regolamento di condominio potrebbe essere definito un vero e proprio Statuto, contenente delle norme che regolano la vita ed i rapporti di questo particolare gruppo sociale: quello dei soggetti che sono proprietari di piani o porzioni di essi in un determinato edificio. Il Regolamento è obbligatorio quando il numero delle proprietà individuali é superiore a dieci. La solita autorità giudiziaria potrà intervenire nel caso di mancata approvazione.

Questa sorta di “Statuto”, come si sa, può essere anche di natura contrattuale: da tener presente che tale definizione non si ha soltanto in caso di predisposizione da parte dell’originario proprietario, ma anche in base alle clausole in esso contenute, con particolare riguardo a quelle che limitano i diritti dei Condomini sulle proprietà esclusive o comuni. Nella nuova normativa vengono prese in esame le parti comuni dell’edificio, creando una confusione tale, da non far capire bene quali esse siano effettivamente. Anche le modificazioni delle destinazioni d’uso sono state complicate da tutta una serie di preventivi sopralluoghi e di calcoli sulla proporzionalità della quota di ciascun comproprietario. Si sappia che ciascun condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento se, precisa il legislatore repubblicano, “dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini”.

Da tale norma si comprende quale sarà la moltiplicazione dei contenziosi e la contrapposizione delle verifiche tecniche. Molto meglio la normativa precedente che prevedeva il consenso in sede di assemblea condominiale. La legge contiene tutta una serie di indicazioni prettamente ideologiche ed astratte, prive di indicazioni concrete, con particolare riguardo alle innovazioni che riguardino “interventi volti a migliorare la sicurezza, la salubrità degli edifici, degli impianti, l’eliminazione delle barriere architettoniche, per il contenimento del consumo energetico, per la realizzazione di parcheggi, per l’installazione di impianti centralizzati”.

L’unica innovazione positiva é la precisa indicazione della maggioranza necessaria per l’abbattimento delle barriere architettoniche: in assemblea dovranno essere presenti condomini che rappresentino un terzo dei millesimi ed il voto sarà a maggioranza del 50% + 1. Per quanto riguarda la nomina, la revoca e i doveri dell’Amministratore, sono stati inseriti una serie di obblighi da rappresentare una corsa ad ostacoli, con il solito “Fisco” come traguardo. Si passa dalla polizza individuale d’assicurazione ad uno specifico conto corrente bancario ai siti Internet, per consultazioni esterne digitali. Vi sono poi le solite sanzioni inasprite ed aumentate.

È prevista la possibilità di possedere o detenere animali domestici ma la regolamentazione é talmente vaga da farci preferire la situazione precedente che non disciplinava espressamente tale possibilità. Il Rag. Fantozzi, che può ben essere il simbolo di questo sistema italico, sostenuto ormai da una minoranza di elettori, aveva interpretato un bel film ove era rappresentata una riunione condominiale, in cui tutti si picchiavano di santa ragione, tanto che il povero amministratore che era intervenuto per calmare le dispute era stato buttato dalla finestra come un pacco e, poi, giù botte e grida.

Ci domandiamo quando gli Italiani riusciranno a buttare metaforicamente dalla finestra l’intera classe politica che ci sta rovinando.

 

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