Vuoi guadagnare più di Barack Obama? Vieni in Italia

Stipendi da mille e una notte, quote variabili e bonus
autore: 
Alberto Scardino
Gli amministratori delegati e consiglieri d’amministrazione delle società partecipate dallo Stato italiano incassano più del presidente Usa. In testa Massimo Sarmi, ad di Poste italiane, che incassa 5 volte più di Barack Obama
 
Vuoi guadagnare più del presidente degli Stati Uniti? Trovati un posto in un consiglio d’amministrazione in Italia. Obama  ha un salario lordo annuale di appena 394.840 dollari; circa 291mila euro secondo la sua dichiarazione dei redditi 2012. Anche aggiungendo il vitto e alloggio gratuiti per tutta la famiglia alla Casa Bianca, rimane ben al di sotto di molti consiglieri di amministrazione e amministratori delegati di società partecipate dallo Stato italiano.
 
La buona notizia è che, in base a una legge approvata dal Governo Monti, i guadagni dei Consiglieri di Amministrazione e gli stipendi di chi controlla le società a partecipazione pubblica non quotate devono essere resi pubblici. Il Ministero dell’Economia ha da poco reso disponibile il documento per l’anno 2012, da cui abbiamo estratto i dati principali.
 
Le società partecipate o controllate dallo Stato (ma non quotate in Borsa) sono 28. Rai, Ferrovie dello Stato, Poste Italiane (cinque milioni di euro annui di stipendio!), Cassa Depositi e Prestiti – solo per citare le più note, mentre non mancano altre imprese di evidente interesse strategico come il Consap (che gestisce alcuni fondi assicurativi pubblici).
 
Se, come prevede la teoria, a responsabilità maggiori corrispondono stipendi più elevati, i dirigenti italiani sembrano svolgere alcuni fra gli incarichi più complessi sul pianeta. Presidenti, vice-presidenti, amministratori delegati e consiglieri d’amministrazione: un nutrito gruppo di funzionari che lavora coraggiosamente per garantirci un futuro migliore
 
Eppure per comprendere la reale scala del fenomeno non ci si può affidare soltanto agli aridi numeri: può essere più utile confrontarne gli stipendi con quelli di un’altra carica – anche se, temiamo, non allo stesso livello di responsabilità.
 
Vediamo come si pongono i funzionari pubblici italiani rispetto al presidente Usa, che è anche comandante in capo del più possente esercito del mondo.
 
In aggiunta al normale stipendio, alcuni dirigenti possono disporre anche di una “parte annuale variabile”. Si tratta di un premio da assegnare in base ai risultati ottenuti. Com’è noto l’economia italiana non galoppa e il debito pubblico cresce senza freni, mentre le imprese a partecipazione pubblica sembrano aver ottenuto tutte dei risultati eccezionali: esse hanno dunque assegnato ai propri dirigenti quasi il massimo del bonus possibile.
 
È però necessario introdurre una nota stonata: la spending review dello scorso Governo Monti ha fissato un tetto massimo agli stipendi che si aggira sui 300mila euro. Tuttavia esso verrà applicato soltanto verso i Consigli d’Amministrazione eletti dopo l’entrata in vigore della legge: c’è dunque ancora tutto il tempo per tornare a premiare il merito e i risultati, proprio come una volta. Non dubitiamo che succederà presto.
 

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