Italia bocciata da Standard&Poor’s rating a BBB-

Opinione di Italia Reale: 
L'Italia declassata da Standard & Poor's: rating a BBB - 
un gradino sopra il livello spazzatura
 
L’agenzia finanziaria america S&P ha declassato l'Italia per il forte aumento del debito, crescita perennemente debole e bassa competitività
 
Lo scorso giugno l’agenzia americana aveva sospeso il giudizio per permettere al governo Renzi, allora insediato da solo 2 mesi, di avviare le riforme.  
Sei mesi dopo il peggioramento delle condizioni economiche, che minano la sostenibilità del debito pubblico, l'agenzia S&P’s ha considerato il rating BBB «non più compatibile» e quindi il declassamento. 
In termini percentuali, S&P prevede che il debito pubblico italiano salga dal 123,9% del 2014 al 127% del 2015 al 127,4% del 2016.
 
La decisione è una bocciatura del governo Renzi che non riguarda solo i conti pubblici, ma l'economia reale, ed è la conferma della debolezza ricorrente del Pil italiano e la erosione della sua competitività.
A questo punto l’attuazione del Jobs act è ancor più a rischio.
 
Un rating del debito pubblico italiano a ridosso della soglia spazzatura non è certo appetibile per gli investitori. 
L'Italia è verso la bancarotta ? Di chi è la principale colpa ? 
Forse la "Spazzatura" è il termine esatto per definire questa repubblica ....
 
Fonte: 
L’agenzia america: «Rischi sull’attuazione del Jobs act». Il declassamento deciso per «il forte aumento del debito, crescita perennemente debole e bassa competitività»
 
Standard & Poor’s ha tagliato il rating all’Italia a livello BBB -, una valutazione choc appena sopra il livello «junk» spazzatura. Le ragioni del declassamento sono spiegate con il «forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e bassa competitività». L’agenzia americana aveva sospeso il giudizio lo scorso giugno, confermando al nostro Paese il rating BBB sia pure con prospettive negative, per permettere al governo Renzi, allora insediato da solo due mesi, di avviare le riforme. Sei mesi dopo il quadro è peggiorato, almeno secondo S&P’s che considera quel rating BBB «non più compatibile». L’aggravarsi delle condizioni economiche, si legge, sta «minando la sostenibilità del debito pubblico».
 
Jobs Act, decreti attuativi a rischio
«Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act», tuttavia «non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine’», hanno affermato gli economisti S&P’s nel rapporto, sottolineando che i «decreti attuativi» della riforma potrebbero «essere ammorbiditi» e ciò «potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente»
Fonti del governo riportate dall’agenzia Radiocor vedrebbero nelle considerazioni di S&P’s sulla riforma del lavoro «elementi positivi e non una bocciatura del Jobs act. Le riforme vanno bene ma bisogna procedere più spediti»
 
Non solo costo del lavoro
Le difficoltà della ripresa dipendono anche da un ambiente ostile all’ impresa e non solo dal costo del lavoro. «Gran parte dell’attenzione sulla competitività italiana - scrive l’agenzia - e’ stata rivolta all’importanza di un svalutazione domestica per ripristinare la competitività attraverso un abbassamento del costo del lavoro». Tuttavia, il sistema sconta «un settore dei servizi non riformato; una giustizia lenta e costosa; un alto cuneo fiscale». Sotto la lente anche il costo dell’energia che rimane superiore agli altri Paesi «riflettendo in parte la posizione dominante sul mercato dei monopoli».
 
Prospettive stabili, la Bce in soccorso
L’«outlook» (la prospettiva) è indicata come stabile e almeno questo riflette «l’ aspettativa che il governa riuscirà a implementare gradualmente delle riforme di bilancio e strutturali complessive e potenzialmente favorevoli alla crescita», nonché il fatto che «i bilanci delle famiglie resteranno abbastanza forti da assorbire ulteriori aumenti del debito pubblico». A favorire la schiarita potrebbe essere la politica monetaria della Bce che «continuerà ad aiutare una normalizzazione dell’inflazione in Italia e dei suoi partner europei»
 
Debito pubblico a 2.256 miliardi nel 2017
«Stimiamo che il debito pubblico italiano sara’ pari a 2.256 miliardi di euro entro la fine del 2017, cioè 80 miliardi di euro in più (o il 4,9% del Pil previsto per il 2014) delle nostre stime di giugno». In termini percentuali, S&P prevede che il debito salga dal 123,9% del 2014 al 127% del 2015 al 127,4% del 2016 per poi ridiscendere lievemente al 126,8% nel 2017.Debito pubblico a 2.256 miliardi nel 2017