LA BATTAGLIA DI LEPANTO

autore: 
R.S.

Quattrocentotrenta anni fa, il 7 Ottobre 1571, la flotta cristiana, sotto il comando di Don Giovanni d'Austria, figlio naturale dell'Imperatore Carlo V e fratellastro del Re di Spagna Filippo II, nelle acque di Lepanto sconfiggeva la flotta musulmana che si accingeva alla conquista dell'occidente.

Fu una vittoria alla quale gli Italiani di ogni provenienza diedero un apporto essenziale e determinante. Erano Italiani l'80% degli equipaggi e delle navi, e numerosi comandanti. Marcantonio Colonna comandava la squadra pontificia; Sebastiano Veniero comandava la flotta veneziana; Andrea Doria comandava la flotta genovese.

Nella battaglia si distinsero anche i romani Onorato Gaetani, Duca di Sermoneta, Pompeo Colonna, Michele Borelli, Paolo e Virgilio Orsini, ed i siciliani Ugo Paternò, Rinaldo Naro, Carlo Marello; rifulse l'eroismo di Alessandro Farnese, Principe di Parma, di Francesco Maria della Rovere, Principe di Urbino, del Perugino Ruggero degli Oddi, il quale riprese la nave capitana della flotta pontificia che era stata conquistata dai Turchi, del napoletano Giulio Carafa e del milanese Gabrio Serbelloni.

Il palermitano Giovanni Cardona, comandante l'avanguardia della flotta cristiana, riuscì ad evitare l'aggiramento da parte dei Turchi affrontando e ponendo in fuga sedici galere nemiche.

A ricordo della storica impresa venne eretta una statua di bronzo del comandante supremo cristiano, tuttora esistente, davanti alla Chiesa dell'Annunziata dei Catalani a Messina. Come si vede l'islamismo, con buona pace dei suoi attuali sostenitori, ha sempre tentato di diffondersi con qualsiasi mezzo, facendo ricorso alla forza tutte le volte che ne aveva la possibilità.

Del resto ne fanno fede la distruzione dei Regni crociati e dell'Impero di Bisanzio, e l'occupazione ultrasecolare di vasti territori corrispondenti a gran parte delle attuali Spagna, ex Jugoslavia, Albania, Bulgaria, Grecia, ecc., ecc. Per non parlare, poi, del massacro degli Armeni perpetrato dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e delle attuali persecuzioni dei Cristiani in molti Stati governati dagli integralisti.

E' bene che questi fatti siano ricordati, perchè, come dice il proverbio,“chi si fa pecora il lupo se la mangia”. Ne consegue che i rapporti con gli Stati musulmani devono essere fondati nel reciproco rispetto e che il trattamento degli extracomunitari di religione maomettana, che sono i più numerosi, deve corrispondere al trattamento riservato ai Cristiani dalle Nazioni rette da governi islamici.

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