Un'idea per ricostruire la Libia : ripristinare la Monarchia

Opinione di Italia Reale: 
Dopo la fine del leader Gheddafi la Libia è precipitata in un caos profondo. Dopo aver compiuto gravi errori adesso l’establishment politico occidentale ha bisogno a Tripoli di una figura politica fedele che, allo stesso tempo sia un simbolo unificante nazionale per i libici. Inutile dire che per realizzare un piano del genere l’unico modo è ripristinare la Monarchia in Libia. La persona più adatta è il principe Mohammed el-Senussi, figlio del principe ereditario deposto da Gheddafi nel 1969.
 
Il 1° settembre 1969 un gruppo di ufficiali dell’esercito libico, guidati dal colonnello Muammar Gheddafi, rovesciò Re Idris di Libia – che era in viaggio in Turchia -  e pose fine alla Monarchia.
Il colonnello Gheddafi non solo abolì la Monarchia; cancellò la bandiera reale;  i parenti del re furono banditi o imprigionati; e trasformò il palazzo reale (la cupola d'oro) in spazi per uffici, una biblioteca, e dopo il 2009, in un museo privato sontuoso per le antichità classiche.
Da allora, il dittatore Gheddafi, fondatore della repubblica araba libica, ha nazionalizzato le aziende private basandosi su un programma socialista.
 
Dopo la morte di Gheddafi, le violenze nel paese sono aumentate e da anni la Libia è nel caos. 
Dal punto di vista politico, la Libia è divisa tra due fazioni rivali - uno a Tripoli a ovest, l'altra a Tobruk a est. Dal punto di vista militare c’è una matrice caleidoscopica di milizie fedeli a città, tribù o ideologie religiose che si contendono il controllo. C’è poi lo Stato islamico, che in poco più di un anno ha conquistato 150 miglia della costa libica dove, secondo le stime americane,  ci sono fino a 6.500 combattenti
L'unica cosa su cui sono d’accordo tutti è che la Libia sta rapidamente peggiorando, e nel frattempo crescono  movimenti che propongono la restaurazione della Monarchia per ricostruire la Nazione.
 
Dopo la caduta del leader Gheddafi in Libia, voluta in particolare dalla Francia, le cose sono andate male, spingendo l’establishment occidentale a cercare un’altra soluzione alla crisi.
 
Alcuni studiosi hanno messo a punto il piano per riconoscere la Costituzione della Libia del 1951, basata su una monarchia costituzionale, e rimettere al trono la Casata dei Senussi.
Il nome del nuovo re libico è  il principe Mohammed El Senussi, figlio di Sayyid Hasan al-Rida al-Mahdi el-Senussi, principe ereditario del Regno di Libia dall’ottobre 1956 al settembre 1969, quando la Monarchia fu abolita da Gheddafi.
El Senussi diventerebbe l’uomo fedele all’Occidente a Tripoli e, appartenendo alla casata dei Senussi sotto la quale iniziò il processo di unificazione del paese sotto Re Idris I, sarebbe un simbolo nazionale per i libici.
 
Abdallah Schleifer, un giornalista americano che copre il Medio Oriente e professore emerito presso l’Università americana del Cairo, ha scritto nel suo editoriale per Al-Arabia nell’ottobre 2015: “Appelli per ripristinare la costituzione sono stati ascoltati in dibattiti e conferenze a Tripoli e Bengasi, ed hanno un numero crescente di sostenitori sui social media. La famiglia reale della Libia, deposta da Gheddafi nel  1969, sono i Senussi,  i leader della resistenza al colonialismo italiano”.
“Ma la cosa più importante è che un sovrano trascende le rivalità regionali, settarie e ideologiche. Un sovrano diventa un simbolo di unità, diventa una forza che porte all’unità – quello che la Libia ha disperatamente bisogno”, ha sottolineato Schleifer.
L’establishment politico occidentale ha bisogno a Tripoli di una figura politica fedele che, allo stesso tempo abbia un ruolo di “simbolo nazionale” per i libici. Inutile dire che el-Senussi va bene per un piano del genere.
 
Nonostante la dittatura repubblicana di Gheddafi la memoria popolare di re Idris, morto al Cairo il 25 maggio 1983, continua ad essere ricordato in Libia. Dopo la caduta del colonnello Gheddafi ed i successivi anni di guerra civile, i monarchici del paese sono emersi con una proposta radicale: Ripristinare la monarchia, almeno temporaneamente, per permettere ai libici di radunarsi dietro una figura paterna rispettata e cominciare a ricostruire la loro nazione scheggiato.
 
"La Monarchia offre il modo più praticabile per uscire dal caos in cui è caduto il Paese, è la strada migliore per il popolo libico", ha detto Fathi Abdalla Sikta leader del "Return to Constitutional Legitimacy Movement""Il Re è un simbolo di unità per il popolo."
 
La frustrazione del processo delle Nazioni Unite aiuta i monarchici
"Se si continua a combattere, molti libici vedranno un ritorno alla monarchia come una soluzione praticabile", ha detto Abdulrauf Kara, un comandante della milizia islamista a Tripoli.
"Dopo 5 anni la gente non ne può più dei politici, perché sono bugiardi. C'è troppa corruzione e sprechi".
 
Purtroppo però si continua a compiere errori cercando strade sbagliate. L’arrivo in Libia di Al Sarraj, il premier designato dal governo di unità nazionale voluto dall'Onu, alimenta la tensione in quanto è  visto come un’imposizione dall’estero e né Tobruk né Tripoli lo riconoscono. A quanto pare i pochi seguaci di questo governo fantoccio sono stati allontanati a fucilate dalle truppe di Tripoli, e Al-Sarraj se ne sta rintanato nella base navale di Abu Sittah per evitare il peggio.
 
Speriamo che a livello internazionale si abbia finalmente la consapevolezza che l’unico modo per riportare la pace e la prosperità in Libia è quello di ripristinare la Monarchia.
La Libia ha disperatamente bisogno di una persona simbolo unificante del Paese: un Re!
 

 

Fonte: 
A Radical Idea to Rebuild a Shattered Libya: Restore the Monarchy
 
The deserted royal palace here, hidden behind locked gates and an overgrown garden, stands as a monument to Col. Muammar el-Qaddafi’s virulent rejection of Libya’s monarchy.
 
Colonel Qaddafi overthrew King Idris, the country’s founding leader, in a 1969 coup, but that was not all. He also abolished the monarchy; scrapped the royal flag; banished or jailed the king’s relatives; and turned the gold-domed palace into office space, a library, and after 2009, a lavish private museum for classical antiquities.
 
Yet the popular memory of King Idris, who died in Cairo in 1983, has quietly endured in Libya. And now, after Colonel Qaddafi’s own fall and the years of violent turmoil that have followed, the country’s closet royalists have emerged with a radical suggestion: Restore a form of monarchy, at least temporarily, to let Libyans rally behind a respected father figure and begin to rebuild their splintered nation.
 
The splinters are jagged ones, with rival militias continually scrambling for dominance. In fierce fighting on Tuesday in the eastern city of Benghazi, several crucial neighborhoods changed hands. In the west, Islamic State fighters beheaded 12 officials in the town of Sabratha, where American warplanes bombed an extremist camp last week.
 
“The monarchy offers the most viable way out of the current mess, and it is right for the Libyan people,” said Fathi Abdalla Sikta of the Return to Constitutional Legitimacy Movement. “The king is a symbol of unity for the people.”