Emergenza immigrazione

autore: 
Alberto Conterio
La sola soluzione credibile è politica, basata sugli aiuti nelle terre di origine!
 

L'argomento principale trattato dai medie italiani nelle ultime settimane è chiaramente il "problema immigrazione". E' il caso però di separare le emozioni dalla ragione per mettere in luce, le cause di questo fenomeno. Esercizio difficile questo, soprattutto quando l'informazione di regime alla quale siamo ormai assuefatti, ci costringe a sole immagini strappalacrime.

Dopo l'immane tragedia di metà aprile, dove hanno perso la vita oltre 700 persone in un solo sciagurato incidente, anche la diatriba tra chi si oppone all’invasione e coloro che invece per i motivi più diversi la sognano, appare superata dagli eventi.

Come se non bastasse, il tempo per poter operare a prevenzione su un fenomeno che, a partire dagli anni ’80 del secolo passato, era ampiamente previsto, è stato speso, inutilmente, anzi sprecato! Stucchevole quindi il confronto tra i due “pensieri” su citati!

Purtroppo c’è anche di peggio, perché a seguito dell’emergenza venutasi a creare, potrebbero venir prese decisioni o architettate soluzioni affrettate, e inutili.

Al riguardo, abbiamo sentito (stra)parlare di risoluzioni ONU per bombardare e affondare prima della l'oro partenza i barconi utilizzati per questi viaggi con l’impiego di “droni armati” (aeromobili senza pilota), oppure apprendere di piani per la cattura e l'arresto in massa degli scafisti, definiti ultimamente addirittura schiavisti o venditori di carne umana. Tutto molto ridicolo e vergognoso. Ridicolo perché se è vero come ci viene detto, che alcuni milioni di persone sono in movimento per   imbarcarsi e raggiungere l’Europa attraverso la porta aperta rappresentata dall’Italia, non si fermeranno certo per la mancanza di barconi. Vergognoso, perché per ventilare soluzioni come queste, è sufficiente raccogliere il pensiero ad un ubriaco, senza dover pagare milioni di euro governo e ministri in carica. Governi gli ultimi, che non perdono occasione per umiliare le nostre intelligenze e la nostra millenaria storia, fatta di cultura e civiltà.

E proprio guardando alla nostra Storia, che possiamo comprendere le difficoltà d’oggi e abbozzare un’idea valida per porvi rimedio…

L’Africa, continente immenso, possiede in rapporto una popolazione esigua. Può contare su materie prime importanti, terra fertile da coltivare e condizioni climatiche non tutte estreme o difficili. Viene quindi da chiedersi perché, questa gente scappi dalla propria terra e dalle proprie case per diventare “disperata” ai margini della nostra società.

Credo che occorra essere franchi: la politica coloniale italiana in Africa mirava a creare una possibilità di lavoro per gli italiani, mentre la politica coloniale dei nostri attuali partner europei e americani fu sempre e soltanto improntata al criminale furto delle materie prime e allo sfruttamento della mano d’opera. Niente altro! Anche alcuni italiani si sono comportati poco onorevolmente, ma non fu mai, l’obiettivo dell’Italia Nazione. Al contrario, i nostri civilissimi “amici” inglesi, francesi, belgi, olandesi, spagnoli e portoghesi, per non parlare degli americani, attuali “esportatori” di democrazia, non hanno avuto e tutt’ora non hanno altro obiettivo ed interesse. E allora, se la nostra politica coloniale e soprattutto l’opera appena abbozzata dal Duca d’Aosta Amedeo di Savoia in Etiopia negli anni ’30, avesse potuto svilupparsi senza ostacoli, oggi le fattorie italiane, le cittadine create nella sabbia della Cirenaica e della Tripolitania, le infrastrutture costruite ovunque, il miglior grado di igiene e salute dato da tutto ciò, oltre che dalla nostra cultura diffusa dalle scuole e dalle nostre sane tradizioni cristiane, sarebbero sicuramente diventate polo attrattivo per tutte le popolazioni dell’Africa.

Altro che attraversare il Mediterraneo!

Va a Berlusconi, il merito di aver tentato un diverso approccio alcuni anni fa, quando si accordò con il Colonnello Gheddafi. Purtroppo, come il Regno d’Italia, rappresentava un pericolo agli “interessi mondiali”, anche la recente Italia di Berlusconi aveva questo difetto. Dovrebbe essere chiaro a questo punto perché sia stato così avversato e combattuto.

Berlusconi dopo Mattei. Cambiano i modi, …non gli obiettivi!

L’obiettivo resta quello secolare di non avere intralcio al saccheggio delle materie prime, e il commercio odierno delle armi, mentre la creazione del caos - vedasi la Libia - determina infinite possibilità d’intervento militare sotto copertura ONU, per poter giustificare spese militari incredibili, a beneficio di interessi privati. Basti pensare che gli Stati Uniti d’America per l’anno in corso hanno una previsione di spesa per la difesa di 568 miliardi di dollari.

A paragone, la "pericolosissima e ostile" Russia di Putin, non raggiunge la spesa 80 miliardi di dollari!

Si comprenderà perché si preferisce armare dei droni per il controllo delle coste libiche al costo molte volte superiore alla cifra che servirebbe in loco, per aiuti e infrastrutture, come era stato progettato dal nostro ultimo governo liberamente   eletto.

E chissenefrega se alla fine saranno i cittadini italiani (soprattutto italiani) e gli stessi disperati che giungono a noi a rimetterci. Ed ecco perché, le parole di finta indignazione di queste settimane, proferite dai primi ministri di tutta Europa, e da tanti, tanti nostrani nullafacenti …risultano così fastidiose!

Il Direttore

Alberto Conterio

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