PER L'ITALIA E LA MONARCHIA (E ALTRO)

autore: 
Roberto Vittucci Righini

Non riesco a comprendere e vorrei che qualcuno mi spiegasse come si possa essere utilmente monarchici avendo quale unico fine il promuovere o partecipare a intitolazioni di strade a Membri defunti di Casa Savoia, a Sante Messe in memoria, a banchetti con o meno raccolta di fondi per opere di beneficenza, a collette indirizzate allo stesso fine (nell’aberrante idea che la propaganda monarchica debba limitarsi alla beneficenza quasi che la Monarchia sia un’“opera pia”, nelle cui strutture per dementi bisognerebbe invece rinchiudere chi lo sostiene), conferenze commemorative di antiche e passate glorie di Casa Savoia, ecc. ecc.

Tutti o quasi i partiti e le associazioni politiche effettuano celebrazioni e commemorazioni di personaggi o di fatti, e così, ad esempio, i già democristiani (che ora si chiamano PPI, CCD, CDU e Democrazia europea) periodicamente ricordano Alcide De Gasperi, Don Sturzo, il 18 aprile 1948, ecc., i comunisti (che ora si chiamano Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista o che si mimetizzano quali Democratici di sinistra) possono celebrare Stalin, Togliatti, Tito, Mao, ecc., i socialisti (anch’essi divisi in vari partiti) possono inaugurare targhe e santificare Craxi o Nenni, e via dicendo.
Tutti tali partiti, però, dedicano giustamente alle celebrazioni solo scampoli di tempo, anche se poi si perdono anzichè nel fare politica, nell’insultare gli avversari o nel rivolgere loro accuse o insinuazioni. Buona parte dei monarchici, invece, ignora completamente che nella vita delle collettività al pari di quella dei privati, vi sono momenti che vanno dedicati al passato ed alla memoria, ma che la realtà di tutti i giorni impone di vivere la stragrande parte del tempo immersi nell’oggi. E’ bello, auspicabile ed utile che vi siano commemorazioni e celebrazioni, posa di targhe e corone, sfilate in manti cangianti e riunioni conviviali, ma esiste una responsabilità dei monarchici di fronte agli altri Italiani, di fronte alla Nazione che per noi è sempre stata e rimarrà sempre la Patria, e tale responsabilità si può appagare solo facendo politica e cioè collaborando per risolvere i problemi che riguardano abitanti e territorio, fermo restando che l’unico modo per poter legittimamente esercitare tale nostro dovere- diritto consiste nel far parte degli organismi che di tali problemi si occupano: Parlamento e Consigli regionali, provinciali, comunali, ecc.
Quanto dico non preclude certamente la possibilità di unificazione delle organizzazioni monarchiche, ove solo si tenga presente l’esempio dato dal mondo cattolico che seppe per decenni restare coagulato sotto il simbolo della Croce, fatto proprio dalla Democrazia Cristiana che tenne uniti (grazie, però, devo ammetterlo, anche al potente collante degli interessi economici, da sempre inesistenti nel mondo monarchico) clero e laici, uomini di destra e di sinistra, industriali ed operai, benefattori e sfruttatori, persone per bene ed altre da tener con le pinze, in un intreccio di correnti a volte in lotta tra loro ma sempre unite contro gli avversari politici.

Anche i monarchici potrebbero, quindi, unirsi sotto un unico simbolo in correnti aventi diversi e specifici compiti, da quelli di rappresentanza, di rimembranza, di commemorazione, di raccolta fondi per la beneficenza, ecc., a quelli di propaganda politica e di presentazione di liste dichiaratamente monarchiche per ottenere visibilità e presenza nelle Assemblee elettive che reggono le sorti politiche della comunità nella quale viviamo. Perchè mai gli altri sì e noi monarchici no? Né si ripeta che non si può avere un Partito del Re, posto che il Re o comunque il Capo della Casa reale è e deve rimanere al di sopra delle parti; anche questo punto è stato chiarito ormai da oltre 50 anni, dal momento della nascita del primo Partito monarchico ed a tornarci sopra mi pare di fare archeologia politica.

Sono decenni che diciamo, proclamiamo, scriviamo che un Partito monarchico non è il Partito del Re ma il Partito per il Re, intendendosi con tale espressione che esso si batte per la Monarchia ma non dipende certo da una Dinastia, da un Re o da un Principe; da sempre lo sosteniamo, e nessuno ha mai potuto smentirci, ma anzi siamo stati confortati in questa nostra affermazione da costanti dichiarazioni dei Principi esuli di non riconoscimento da parte loro di liste elettorali monarchiche, il che è perfettamente in linea con i ripetuti richiami che abbiamo fatto alla totale autonomia dell’Alleanza Monarchica, libera di battersi come più ritiene utile. Le mummie ed i fossili sono conservati nei Musei, ma i monarchici italiani non intendono farne parte, essendo ben vivi anche se troppo poco attivi nella propaganda dei loro ideali politici. Andando avanti di questo passo, tra una commemorazione, una conferenza ed un banchetto si vanno però assottigliando le file monarchiche a causa del naturale ricambio delle generazioni che fa subentrare giovani che crescono in clima repubblicano, ai molti che ebbero la grande fortuna di conoscere Re Umberto II.

I giovani (a parte un ridotto numero attratto da manti, nastrini e inchini) vogliono avere le loro esperienze politiche con partecipazione alla vita della Nazione e per ciò fare, anche se di sentimenti monarchici si iscrivono e partecipano all’attività dei Partiti rappresentati in Parlamento, tutti, senza eccezione, repubblicani. L’unico sistema per far aderire alle organizzazioni monarchiche i giovani che intendono far politica, consiste nel dar loro la possibilità di presentarsi in liste elettorali monarchiche, e la prova l’abbiamo dall’età dei candidati delle liste in passato ed attualmente in fase di realizzazione da parte dell’Alleanza Monarchica. Il numero crescente di giovani che si iscrivono al nostro Movimento politico sta a dimostrare, anche sotto il profilo del necessario ricambio generazionale, che la strada percorsa dall’Alleanza Monarchica, unico e vero braccio politico dei monarchici italiani, è la sola giusta. Sino a quando non si dovesse attuare, in conformità a quanto sopra accennato, l’unione di tutti i monarchici sotto un unico simbolo, quello dell’Alleanza Monarchica continuerà a distinguersi per la volontà non disgiunta da enormi sacrifici anche finanziari, del tutto ignoti agli altri, con la quale i suoi aderenti portano avanti la battaglia politica per l’Italia e la Monarchia.

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