COSTITUENTE MONARCHICA

autore: 
Franco Ceccarelli

UN PASSO AVANTI

Al termine di più di sei mesi di lavoro - che sono una prima fase di attività - gli sforzi di un gruppo di amici appartenenti a più realtà monarchiche, sono sfociati nell’Assemblea di Roma dello scorso 13 ottobre.

Un incontro unitario, fortemente voluto, frutto di un impegno continuativo, portato avanti “rubando” spazi al lavoro e alla famiglia, in spirito di totale volontariato.

Devo confessare che inizialmente, e parlo a titolo personale, essendomi ormai da alcuni anni distaccato da un impegno attivo - fatte salve le modeste collaborazioni con “Italia reale” dove ogni tanto ho il piacere di vedere pubblicato un mio articolo - l’essere stato chiamato a partecipare a tale iniziativa mi aveva quasi lasciato indifferente.

Però nel tempo, riunione dopo riunione, sono rimasto sempre più convinto nel vedere che nei discorsi, nei confronti, nelle proposte, sempre tutto si è svolto in un clima di totale collaborazione reciproca, stima e fattiva collaborazione.

Anche quando si sono verificate inevitabili incomprensioni e discussioni, tutti gli attriti sono stati superati col ragionamento: dopo 30 anni d’attività in campo monarchico, un vero e proprio “Unicum”.

Mai mi era capitato -“forte” delle esperienze di riunioni e/o incontri monarchici dove,presenti magari cinque persone appartenenti alla stessa associazione, tre litigavano con le altre due - di uscire dagli incontri circondato da persone sorridenti e soddisfatte. Questo mi ha stimolato ed indotto ad andare avanti.

COMPATTAMENTO DEI MONARCHICI

La riunione del 13 ottobre ha coronato ogni nostra migliore speranza, come meglio si vedrà di seguito. Però debbo onestamente dire che un altro dubbio che “tormentava” il mio animo, a parte le buone prospettive di un fattivo lavoro comune con altri amici monarchici, stava nella domanda: “ma vale la pena spendere tante energie per la nostra pur onesta battaglia monarchica, ancora nel 2012?”.


Il mondo corre veloce, la storia e la società si evolvono con tempi pari a quelli del cambio di canale da un telecomando. Non saremo veramente, come dicono tanti nostri avversari, dei“fuori dal tempo”, persone che non riescono ad accettare il presente e che si rifugiano in un passato che, ovviamente, oggi non c’è più?

Ho cercato di trovare una risposta e per questo sono partito dalla fine,e ciò proprio dalla Costituente il cui primo vagito è risuonato a Roma, il 13 ottobre.

Mi sono detto, che se un gruppo di persone di cultura medio alta, professionisti, laureati con un ruolo piccolo o grande che sia, nel mondo del lavoro e nella società, hanno avvertito la necessità di proporre, o meglio riproporre, una realtà politica monarchica - non necessariamente preposta a svolgere solo un ruolo politico attivo, ma destinata, nelle intenzioni, a divenire la “casa” di tutti, tutti, i monarchici italiani - evidentemente uno stimolo in tal senso deve esserci nella società.

Oppure vuol dire che la società italiana nella quale oggi viviamo, presenta aspetti di criticità sociale, di incertezza istituzionale, di vuoto politico in cui la pubblica opinione (quella fatta dagli operai, dai contadini,dagli impiegati, dalla stragrande maggioranza dei lavoratori, insomma), si trova ormai da troppi anni, ed in cui sta sempre più precipitando.

Una società che sta perdendo sempre di più punti di riferimento sicuri e che non riesce a ritrovare quelli che una volta pur aveva. Una società che quale punto di riferimento certo sembra avere solo le cartelle esattoriali di Equitalia! Onestamente un pò poco.


Allora mi sono guardato attorno osservando che tanti dei problemi nostri li hanno anche altri Paesi a noi vicini; è la carta geografica d’Europa che mi ha confermato ciò che in fondo ho sempre saputo: tutti gli Stati ancora retti dalla forma istituzionale monarchica riescono ad avere una situazione morale e sociale (non dico economica), migliore di quella italiana.

In quei Paesi un punto di riferimento certo di continuità istituzionale, che si allarga, automaticamente, a più aspetti della vita pubblica, c’è. E finché durerà la Monarchia, loro avranno sempre, al di la delle capacità del Sovrano di turno, una garanzia di continuità, una garanzia dove la politica, almeno per quel che riguarda il vertice dello Stato, non potrà mai mettere bocca.

Oggi che in Italia il gradimento verso il sistema politico è ai minimi termini, magari si potesse dire: almeno il vertice è salvo.

All’epoca dell’elezione dell’attuale Capo dello Stato scrissi un articolo per questo Mensile, in cui esprimevo la soddisfazione per l’elezione di un uomo che, ancora oggi, continuo a ritenere onestamente convinto di operare per il bene del Paese.

Ma, al contempo, razionalmente, non posso non condividere che anche l’attuale Capo dello Stato è “frutto” di un compromesso tra partiti politici.

Proprio di quei partiti che hanno perso la stima di ben oltre il 70% degli Italiani, stando agli ultimi sondaggi.

Ecco quindi che in Italia una serena, onesta e democratica proposta di alternativa istituzionale, fatta seguendo pedissequamente le leggi che regolano la materia, ad iniziare dalla modifica della Costituzione (imprescindibile per giungere allo scopo), può e deve essere portata avanti

Ma per far ciò i monarchici devono essere uniti e compatti, come mai sono stati. Altrettanto vero è che per perorare le nostre istanze nelle opportune sedi legislative, non ci si può appellare a terzi bensì solamente a dei monarchici convinti, forti della serietà delle loro intenzioni.


I Monarchici non possono certo salvare l’Italia, ma possono sicuramente dare un aiuto, un contributo basato sull’insegnamento dei Padri per i quali, formatisi culturalmente in periodo Regio, le parole “senso dello Stato”, avevano un valore incommensurabile, oggi quasi totalmente perso.

Ben venga quindi, il “compattamento” dei monarchici, di tutti i monarchici intellettualmente onesti.

L’evento dell’hotel Minerva ha visto la partecipazione di un gran numero di persone, per essere un inizio. Speriamo che il seme gettato dia buoni frutti. Probabilmente lo aspettano molti più Italiani di quanto loro stessi sappiano.

I LAVORI

I lavori sono iniziati puntualmente, ma già un’ora prima lo staff aveva allestito la segreteria dei lavori dove, due giovanissime assistenti (elegantissime e totalmente volontarie), accoglievano gli intervenuti.

Un quarto d’ora prima l’inizio dei lavori, la vasta sala era quasi piena e la gente ha continuato ad arrivare anche successivamente, singolarmente o a piccoli gruppi.

Gli ultimi sono giunti alla ripresa dei lavori pomeridiani, venivano dalla Sicilia.

Alle 11 si è toccato il massimo delle presenze contemporanee, con 164 persone (128 uomini e 36 donne) ma, complessivamente, essendo giunta gente nuova anche nel pomeriggio, sicuramente è stato superato il numero dei 200 intervenuti.

Questo dato è importante anche perché importante ed attiva è stata la presenza femminile, con interventi di rilievo, di cui si darà successivamente breve conto.


Per primo ha preso la parola l’Avv. Roberto Vittucci Righini, di Torino, direttore di questo Mensile, prescelto quale Presidente dell’Assise.

Dopo aver letto i messaggi pervenuti dai Principi Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto, lungamente applauditi, ha ringraziato i numerosi convenuti, ripercorrendo brevemente la drammatica situazione sociale e politica italiana, che ha indotto i monarchici a guardarsi attorno, a rimboccarsi le maniche ed a decidere di offrire il loro contributo di idee e fatti al Paese.

Un Paese, ha continuato, da ricostruire ed è questa opera di costruzione, che deve vederci presenti.


Ha poi dato la parola all’Avv. Massimo Mallucci, di Chiavari, tra i massimi promotori della Costituente, il quale prima di iniziare il proprio intervento, ha chiesto di ricordare, in piedi, i morti suicidi causati da un’opprimente fiscalità ed morti sul posto di lavoro, fenomeno che dà al nostro Paese nel settore un triste primato.
Ha poi ribadito che l’associazionismo monarchico, non ha saputo realizzare alcun progetto concreto e duraturo.
Oggi, invece, è importante e necessario che sia mantenuta viva ed attiva, nel panorama politico italiano, una“questione monarchica”, senza rischiare di storicizzare il concetto di Monarchia.
La profonda crisi del sistema Italia e di quello repubblicano in particolare, offre delle prospettive di alternativa importanti ma, per portarle avanti occorre convogliare tutte le forze che hanno nella Corona un simbolo di riferimento, rispettando, nell’unità, le convinzioni ed il credo di ognuno,verso un soggetto politicamente attivo.

È intervenuto poi il giornalista e politologo Dr. Fabio Torriero, di Roma, al quale si deve l’idea, politicamente vincente, di denominare l’iniziativa del 13 ottobre, “Costituente”, per il valore propositivo del termine.

Egli ha evidenziato l’evidente crisi sociale del sistema Italia, in cui ai concetti di “Dio, Patria e Famiglia”, tradizionali per il nostro Paese, sembrano essersi sostituiti quelli di “Io, Patrimonio e Tengo famiglia”.
Gli ultimi scandali, che interessano un po’ tutte le forze politiche, ne sono drammatica testimonianza e conferma.
Ad una riforma, anche culturale del sistema Italia, i monarchici possono e devono offrire il loro contributo.
Oggi si presenta l’occasione di indirizzare tale contributo, ramite questa iniziativa;non sprechiamola.


Terminata questa prima fase, hanno preso liberamente la parola tutti coloro che avevano chiesto di intervenire, secondo l’ordine di prenotazione.


Il Dott.Dario de Siena,di Catanzaro, ha subito dichiarato,da monarchico convinto, la propria devozione alla Dinastia Borbonica, ma ciò non toglie che fosse assolutamente lieto di prendere parte ai lavori, nella convinzione che un’azione unitaria può coniugare le varie anime del pensiero monarchico.

Sia che si tratti di una monarchia imperiale, umanista, illuminista, la fedeltà alla Corona, il sentimento monarchico, debbono travalicare le Dinastie.

L’importante non è tanto chi sia il Re, l’importante e che un futuro Re sappia di esserlo.


È seguito l’intervento dell’Avv. Fabrizio de Lorenzo, di Roma, il quale ha ribadito che senza un partito dichiaratamente monarchico non si può aspirare ad alcun risultato, in un’Italia, quale quella di oggi, ormai totalmente politicizzata.

Per di più, ha evidenziato il professionista romano, non è nemmeno sufficiente un eventuale risultato a livello locale: è indispensabile mirare al Parlamento, in quanto solo dagli scanni di Montecitorio e di Palazzo Madama, sarà possibile,
finalmente, tornare a far sentire la nostra voce nelle sedi idonee.

Oggi il popolo è sbandato ed il sistema Italia sembra quasi si stia smantellando da solo. Abbiamo davanti un’occasione storica di rientro nell’agone politico, non sprechiamola.

La Sig.ra AnaMaria Norero, di Chiavari, ha sottolineato come l’iniziativa della Costituente sia ottima ed appassionante, per le prospettive che apre, soprattutto per quel che riguarda la salvaguardia della nostra cultura e delle nostre tradizioni.

Una classe politica monarchica, in repubblica, deve saper dimostrare di essere attenta alle istanze sociali che vengono dal popolo e, inoltre, deve fornire un esempio di rettitudine di cui,ormai,nel nostro Paese sembra essersi persa anche la memoria.


Il Dott.Giacomo Scarsi, di Genova, ha iniziato rivolgendo il pensiero a Re Umberto II, ai Caduti monarchici di Via Medina ed a tutti coloro che, dall’avvento della repubblica, hanno continuato a battersi per l’alternativa istituzionale.

Per il movimento che sta nascendo ha proposto il recupero dell’antico nome “Partito Nazionale Monarchico”, un partito che dovrà impegnarsi per il ricupero della nostra identità nazionale che, in quasi 70 anni di repubblica, si è andata perdendo e che dovrà considerare primariamente i problemi sociali.

Per far ciò occorre però che siano superate beghe e distinzioni tra i monarchici tra i quali dovranno esserci non avversari,ma solo amici.


È intervenuta quindi la Prof.ssa Marisella Notarnicola, di Chiavari, che ha ricordato come in tutta la sua vita e carriera lavorativa si sia sempre ispirata al pensiero politico di tre dei maggiori intellettuali italiani del ’900: Benedetto Croce, Luigi Einaudi e Francesco Saverio Nitti, tutti e tre uniti, oltre che dal pensiero liberale, da una concreta fedeltà monarchica.

Sulla base di queste premesse,ha ricordato come nell’Italia monarchica l’equilibrio ed il rispetto, erano elementi portanti della Società e mai, da italiana, avrebbe potuto immaginare di vedere oggi nel nostro Paese tanta decadenza, morale e materiale.


La Signora Anita Garibaldi, di Roma, pronipote dell’Eroe dei Due Mondi, ha ringraziato vivamente per l’invito rivoltole a partecipare, portando il saluto delle Associazioni che rappresenta.Ha poi affermato di riconoscersi in molte delle proposte che i monarchici portano avanti e di aver apprezzato la collaborazione di questi nelle iniziative che a volte li hanno visti affiancati con i “garibaldini”.

Ha voluto poi ricordare una frase pronunciata in punto di morte dall’illustre Avo, perfettamente pertinente alla realtà dei nostri tempi: “questa non è l’Italia per cui abbiamo combattuto”.

Ha quindi affermato di condividere ogni possibile collaborazione con i monarchici, finalizzata a rendere quanto più possibile, questo nostro Paese, vicino a quello che Garibaldi avrebbe voluto far nascere.
Ha inoltre lamentato, con profondo rammarico, gli ostracismi che ha incontrato al momento in cui ha chiesto la riesumazione, per una ricognizione storica,del corpo del Bisnonno, inspiegabilmente osteggiata in ogni modo dalle autorità preposte.

Infine ha rammentato come il Generale, prima di morire, avesse espresso il desiderio di non essere inumato, ma cremato, in modo che ognuno che lo avesse voluto, avrebbe potuto avere un pizzico delle sue ceneri con cui concimare un albero da piantare in ogni dove della Nazione, così che potesse nascere una“foresta della nuova Italia”.

Il Dott. Nicola Squiccimarro, di Trani, ha condiviso pienamente l’iniziativa di rilancio politico dei monarchici ma ha ribadito, intervenendo sia dal palco che, più volte, dalla sala, che a suo parere occorre dare al Movimento una marcata caratterizzazione dinastica che faccia riferimento o al nome del Principe Emanuele Filiberto oppure, al risorgimentale motto “W V.E.R.D.I.”.

È seguita una breve pausa, durante la quale il Dr.Angelo Novellino ha rivolto un saluto al Principe Don Ferdinando Massimo, Savoia-Genova per parte materna, che ha voluto essere presente ai lavori dell’Assemblea.

Sono quindi ripresi gli interventi.

La parola è stata data al Dott.Carlo Cetteo Cipriani, di Pescara, che ha evidenziato come una delle maggiori difficoltà per i monarchici sia far giungere il proprio “messaggio” di alternativa alla gente, all’opinione pubblica, insomma.


Per permettere il ritorno di un Sovrano a capo dello Stato, è essenziale che il popolo comprenda la valenza e l’utilità di tale proposta.Occorre rivalutare quelli che, una volta, erano i valori di base della società e per far ciò è probabilmente più utile un movimento, di cui a “Stella”può essere valido strumento di identificazione, piuttosto che un Partito vero e proprio.


È stata quindi la volta dell’Avv. Romano Scarpa, di Roma, il quale ha evidenziato come il concetto base del pensiero monarchico deve essere quello della Sovranità.

Per l’affermazione degli ideali che ci accomunano ha poi detto che, a parer suo, non bisogna puntare su un movimento dichiaratamente “istituzionale”, ma ad un movimento principalmente patriottico.


Ove questo riuscisse ad affermarsi, la questione monarchica verrebbe a ripresentarsi quasi automaticamente.

Il Sig. Tullio Alberico, di Corato, ha metaforicamente affermato con orgoglio, considerata la zona da cui proviene, assai prossima alla città di Barletta, che oggi si inizia la nostra “disfida”.

Ormai in Italia manca qualunque punto di riferimento e lo sbando è totale.
Gli avversari sono tanti, ma noi abbiamo in mano una carta importante:quella di un Re possibile.

Quella figura di Re che rappresenta sempre un fattore di unità mentre un presidente è, sempre e comunque, di parte e, quindi, fattore di divisione. Negli anni i monarchici, con una sciocca campagna di competizione tra loro, sono riusciti quasi ad “auto demolirsi”.


Oggi abbiamo la possibilità di risorgere e di presentarci alla pubblica opinione con le mani pulite.

Il giovane Avv. Alberto Barbarisi, di Savona, ha portato il saluto del delegato nazionale giovanile di Alleanza Monarchica, Dr. Lorenzo Beato, di Roma, che ha definito un classico esempio di cervello italiano “in fuga” essendo stato costretto, per trovare un lavoro, ad emigrare in Russia per insegnare la nostra lingua ai giovani di quel Paese.

Il giovane professionista ha poi lamentato come, per troppi anni, i movimenti giovanili monarchici siano stati troppo poco aiutati e, soprattutto, sia mancata una scuola di formazione politica atta a dare una base culturale storico/politica ai tanti ragazzi e ragazze che, nell’alternativa monarchica, si riconoscono.

Solo“seminando” efficacemente, infatti, sarà possibile vedere rifiorire ed affermarsi il nostro pensiero.


È intervenuto quindi il Dott.Gian Piero Covelli, di Roma, uno dei promotori della Convenzione, figlio minore dell’ On.
Alfredo, padre politico di quello che fu il grande Partito Nazionale Monarchico che, all’apice del suo successo, giunse contare su una rappresentanza di 40 deputati e 16 senatori, negli anni ’50 del secolo scorso.
Egli ha condiviso pienamente le tesi del giovane oratore che lo aveva preceduto, sottolineando l’assoluta necessità di creare una scuola di formazione monarchica diretta non solo ai giovani, ma anche a tutti coloro che, dovendo rappresentare il Movimento, dovranno irrobustire la loro preparazione sociopolitica.

Inoltre, ha aggiunto, è indispensabile puntare anche sull’elemento femminile,da sempre sensibile alle istanze monarchiche ma, inspiegabilmente, sempre distante da un impegno diretto sul territorio.


Il Dott. Roberto Tomao, di Formia ma residente a Novara per motivi di lavoro, ha preso la parola per salutare i tanti convenuti ma anche, soprattutto,per leggere una lunga lettera del Dott.Alberto Conterio, di Biella, impossibilitato ad essere presente.

Il Sig. Massimo Nardi, di Modena, ha sottolineato come oggi la situazione sia favorevole per una democratica riproposta della nostra alternativa. Per riproporci validamente deve però essere considerato il problema economico in quanto, per far politica, occorrono risorse che attualmente non ci sono.


Fortunatamente, ha proseguito Nardi, ormai l’informatica offre delle immense possibilità che permettono, almeno in parte,di ovviare a tale problema.

Già la creazione di un sito Internet preposto a fornire notizie in diretta sulle nostre attività, permetterebbe di potenziare il nostro radicamento sul territorio.

Fondamentale è però che a fungere da “cassa di risonanza”sia un portavoce unico, che riporti, solo lui, il pensiero ufficiale dei monarchici sulle varie tematiche da trattare politicamente.

Fondamentale, altresì che vengano affrontate, in maniera efficace, le problematiche del mondo del lavoro e del mondo femminile, in particolare.

Oggi la proposta monarchica deve essere popolare, diretta alle masse, e deve basarsi su un concetto semplice e comprensibile a tutti: “Popolo e Famiglia”.


L’Ing. Pasquale Doronzo, di Barletta, ha affermato che i tanti piccoli rivoli del mondo monarchico, devono oggi obbligatoriamente confluire in un unico grande fiume che trasporti le nostre idee, idee concrete che ci permettano di conquistare sempre più ampi spazi nella società, finalizzate d un unico grande progetto di alternativa monarchica comune, indispensabile per poter proseguire.

Dall’esperienza maturata in tanti anni di impegno sul fronte monarchico, ha proposto 3 punti di azione: uno basato su una proposta monarchica che non si occupi di questioni dinastiche; uno basato sulla creazione di una formazione politica autonoma che si presenti attraverso i mass media, il WEB, pubblici gazebi e manifestazioni; oppure, infine, la scelta di affiancarsi, sin dal principio, a gruppi politici di riferimento, anche non monarchici, della cui collaborazione, però, si possa essersi sicuri.


L’Avv. Alberto Scardino, di Grottaglie (Taranto), ha ricordato come, giovanissimo, abbia fatto in tempo, pur se solo per un anno,ad iscriversi al movimento giovanile dell’allora PDIUM, essendo poi intervenuto lo scioglimento del Partito.È quindi tornato sul concetto dell’indubbia superiorità, da un punto di vista istituzionale, della figura del Re costituzionale rispetto a quella di un presidente di repubblica e proprio su questo assioma deve fondarsi la nostra lotta, finalizzata a dimostrare la preminenza della Monarchia - quale istituzione - sulla forma repubblicana.


Il Prof.Raffaele Cecchetti, di Viareggio, ha evidenziato che uno dei principali problemi della struttura sociopolitica italiana di oggi, sta nel fatto che ormai si è distrutta la possibilità per lo Stato di esercitare un proprio effettivo potere al suo interno.

La parcellizzazione del potere, infatti, in una miriade di competenze affidate a più soggetti, grandi e piccoli, ad iniziare dai vertici dello Stato fino ai municipi ed alle circoscrizioni nelle grandi città,ha fatto si che,di fatto, nessuno ormai comandi più effettivamente, con il conseguente continuo scarico di responsabilità da un soggetto ad un altro.


Oggi, ha concluso, va avanti solo chi dispone di idonee risorse economiche.

Primo atto da compiere, per tentare il salvataggio della Nazione, dovrebbe essere la ricostruzione di un effettivo potere dello Stato, così che questo possa tornare ad agire efficacemente.


È stata la volta dell’Avv. Paolo Accusani di Retorto, di Pinerolo, il quale ha espresso dubbi sulla possibilità di costituire, al momento, un vero e proprio partito o movimento politico mentre, invece, va vista con favore la creazione di un’Associazione.


In seguito, ma solo in seguito, si potrebbe esaminare la possibilità di incrementare la nostra presenza politica.
Ha poi aggiunto che dovremmo porci la domanda:“siamo ancora attuali”? Per lui la risposta è, ovviamente, positiva, ed inoltre, a suo parere, mai come oggi la proposta monarchica è valida e proponibile.


Il Dott. Nicola Barile, di Bari,nel proprio intervento ha affermato di condividere la necessità di un’attiva presenza monarchica nell’agone politico italiano, ma non con una diretta connotazione di identificazione istituzionale ed ha concluso proponendo, la denominazione, “Nuovo Risorgimento”.


Il Dott. Paolo Rutili Dragonetti, di Roma, ha iniziato rendendo omaggio alla memoria dell’on. Alfredo Covelli ed ha condiviso la necessità di un impegno politico ma, a suo dire,non con una connotazione esplicitamente monarchica, pur proponendo un progetto di alternativa istituzionale.


Tra i punti da aggiornare nel programma politico del Movimento, importante quello relativo alla questione dell’Ambiente.

Ritiene inoltre, fondamentale, una Scuola di Formazione Politica, non solo per i giovani.


L’Ing. Domenico Giglio,di Roma, ha innanzitutto portato il saluto del Circolo di Educazione e Cultura Politica “Rex”, antica ed autorevole istituzione di cultura e formazione monarchica, attiva sin dal 1947, ricordando i nomi di alcuni dei prestigiosi ed illustri presidenti che,nel tempo, hanno retto il Sodalizio.Ha poi evidenziato la necessità,assoluta che chi porta avanti la battaglia monarchica possa contare su una solida formazione storica e politica, che gli permetta di affrontare ogni tipo di dibattito e contraddittorio.

Ha inoltre ribadito che il concetto di “Patria unita” deve essere valore assoluto ed indiscutibile, non solo per i monarchici, ma per tutti gli Italiani.


Il Comm. Alberto Claut, di Padova, tra i promotori della Costituente,ha rimarcato l’esigenza che tutti i monarchici si ritrovino, per unire le forze e rinnovarsi nell’impegno, comunque volto ad una causa comune.

Possiamo avere idee contrastanti ma, essendo il fine lo stesso, tutte le differenze possono e devono venir superate per ritrovare un’Italia guidata da un Sovrano.

In tale contesto vede con favore un’azione politica comune, che permetta ai monarchici un peso politico, necessario per contribuire a modificare la drammatica situazione nella quale i trova l’Italia.


L’Ing. Andrea di Gropello, di Torino, un altro tra i principali promotori della Costituente, dopo aver evidenziato come oggi possa esserci confusione per quel che riguarda un sicuro riferimento istituzionale, ha espresso la certezza che se le cose proseguiranno positivamente, come sembra, grazie alla Costituente il problema si risolverà da se. Ha poi evidenziato come la bozza di programma presentata, sia in linea di massima buona ma che è necessario procedere a miglioramenti in alcuni punti.


Il Dott. Luigi Mastroianni, di Milano, ha invitato a riflettere sul fatto che, purtroppo, quelli che una volta erano i valori fondanti della Società italiana, oggi si sono un gran parte persi per l’incapacità delle generazioni precedenti, di “trasmettere” il testimone” alle nuove.
Una volta si poteva contare su concetti quali l’amicizia, l’onestà, l’onore, in gran parte persi.

Impegno dei monarchici deve anche essere quello di ritrovare vali valori, fondanti per una società sana com’era, una volta quella italiana, nella quale, tra l’altro, non si faceva carico all’Amministrazione pubblica di spese di carattere privato.


È intervenuto, a questo punto l’Avv. Vittucci Righini che, a supporto delle parole dette dal giovane professionista milanese, ad evidenziare la serietà di una certa Italia di una volta ha ricordato, a mò d’esempio, come il Conte di Cavour fosse uso, anche nello svolgimento delle sue funzioni di carattere istituzionale, pagare di tasca propria i ricevimenti offerti adducendo a riprova che un antico Caffè torinese - a suo tempo fornitore del Primo Ministro del Regno di Sardegna e poi d’Italia - in occasione del 150° del Regno d’Italia ha, tra l’altro, esposto nelle proprie vetrine una serie di gigantografie delle fatture, emesse a carico dello stesso Cavour, per le forniture da questi pagate in proprio.
Scusandosi per l’interruzione, è poi tornato a dare la parola ai relatori iscritti a parlare.


Il Dott.Manuel Pezzoli, di Varese, ha evidenziato come, ormai, la situazione economica e sociale italiana sia realmente drammatica e ha detto,ad esempio, che nella provincia di confine in cui risiede, la limitrofa Svizzera appaia come un’utopia, per l’ordine e la serietà che vi regnano, rispetto alla nostra realtà.

Su questo fronte la repubblica ha in pieno fallito, come ha totalmente fallito nella gestione della cosa pubblica, ove si guardi all’ammontare del Debito Pubblico, assolutamente impensabile in epoca monarchica.

Ha inoltre espresso il desiderio di meglio comprendere come dovrà essere strutturato il Movimento che và a nascere e, soprattutto,ha chiesto di sapere se, tra le nostre fila, siano già stati individuati dei tecnici,nelle varie discipline, in grado di dare un fattivo, reale, contributo alla soluzione dei tanti problemi sociali che sono stati evidenziati nel corso dei lavori.


Il Presidente ha ritenuto a questo punto di intervenire, spiegando all’oratore che le sue domande sono pienamente legittime ma che, essendo quella di oggi la prima riunione unitaria, dopo tanto tempo, l’individuazione di persone tecnicamente preparate da inserire nei quadri, è uno dei prossimi passi da compiere, ma richiede dei tempi tecnici inevitabili.

Dovrà lavorarci la Commissione che avrà l’incombente di procedere al varo degli atti necessari, al termine dell’Assemblea Costituente.


La parola è poi andata al Com.te Ugo d’Atri, di Roma, Presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, che ha voluto innanzitutto salutare il Dott. Ernesto Capece Minutolo, di Roma ed il Dott. Giorgio Selvaggi,di Salerno, presenti in sala.


Riallacciandosi all’intervento dell’Avv. Mallucci, ha poi evidenziato l’assoluta necessità che venga bloccato il processo di “storicizzazione” del concetto di Monarchia che, invece, è vitale e proponibilissimo.

Ha altresì detto di non riconoscersi nella realtà che ci circonda, una realtà che non ci appartiene e verso la quale abbiamo il dovere di intervenire.

Occorre che i monarchici si attualizzino.

Per troppi anni gruppi e gruppuscoli con a capo, troppo spesso, gente che rappresenta poco più di se stessa, hanno impedito che si giungesse ad una unificazione totale del nostro mondo. Occorre finirla con le “conventicole” e solo superando questa situazione potrebbe realizzarsi, finalmente, la possibilità di vedere la figura di un Principe, all’orizzonte dell’Italia.

La crisi del sistema ci offre l’occasione di riproporci.
Basti pensare che l’ultimo sondaggio Eurispes ha rilevato come il 76%degli Italiani non abbia, più fiducia nelle istituzioni!

Oggi, il Paese, ha bisogno di ritrovare la propria identità nazionale.

Con il Regno ciò è possibile, con la repubblica si continuerebbe in questa situazione di sudditanza, politica ed economica, oggi agli americani ed ai tedeschi, domani, forse, ai cinesi.


Il Dott. Franco Ceccarelli, di Roma, ha chiesto nel proprio intervento che nel programma venga evidenziata la ferma volontà dei monarchici di battersi per un importante taglio alle spese della politica (riduzione del numero dei parlamentari, dei senatori,delle indennità, del numero dei consiglieri regionali, nonché la riduzione delle province e l’abolizione delle regioni,oltre che di quella pletora di realtà, più o meno statali, utili solo a creare “poltrone” da far occupare al politico di turno).

Questo dovrebbe essere uno dei punti principali del programma, che ci fornirebbe uno strumento importante per “fare breccia”nella gente, che non può più capire una classe politica ormai completamente discostata dai problemi veri della Nazione.

A supporto di tale distacco dalla realtà, ha citato il caso dell’on. Gerardo Bianco, ex-ministro della repubblica e plurideputato, che in una pubblica intervista ha“lamentato” come suoi colleghi ex-deputati,ormai non riescano più a campare con un vitalizio di “soli” 4.000 euro al mese (più 800 euro/mese, per spese di viaggio). Poveretto!


L’On. Alberto Lembo, di Vicenza ha espresso apprezzamento verso l’iniziativa, evidenziando però la necessità di modifiche al programma proponendo, soprattutto, che nel prologo allo stesso vengano inserite, in quattro/cinque righe, non di più, le motivazioni per cui i monarchici hanno deciso di riproporsi politicamente.

Ha inoltre suggerito che i tanti temi trattati nel programma stesso, vengano raggruppati in macro aree, di più facile proposta e comprensione.

L’Avv. Nicola Todisco, di Napoli, che aveva accompagnato alla riunione il Prof. Mario Miale, di Napoli, impedito a muoversi autonomamente, ha espresso l’opinione che non sia necessario indicare un riferimento esplicitamente monarchico nel nome del Movimento.


Il Prof.Dr. Ivanoe Riboli, di Berzo San Fermo (Bergamo), ha espresso l’auspicio che si torni nella denominazione allo storico “Partito Nazionale Monarchico”, così da non creare alcuna confusione per l’elettore, di aver davanti una formazione dichiaratamente monarchica.

Ha poi ricordato come la Monarchia, ed anche il partito monarchico, nella zona di sua provenienza abbiano sempre potuto contare, contrariamente a quanto normalmente viene fatto credere, principalmente sul supporto delle masse agrarie e non su quello degli agrari, che è cosa ben diversa.


Insomma una Monarchia basata sul popolo e, quindi, una Monarchia “di popolo” e popolare.


La giovanissima Sig.na Marzia Elena La Piana Cipolla, di Palermo, ha proposto che nella denominazione dell’organizzazione appaia un riferimento al termine “Reale”.


Il Cav. James Minini, di Torino,ha parimenti sostenuto la necessità di un chiaro riferimento nella denominazione alla Monarchia, cemento unificante di quanti amano la nostra Patria, mentre il Cav. Enzo Migliorini, di Torino, ha ribadito quanto già detto da altri oratori sulla necessità di battersi per l’abrogazione dell’art. 139 della Costituzione e per la tumulazione al Pantheon degli ultimi due Re e Regine di Casa Savoia, terminando il suo intervento al grido“Viva il Re”, “Viva Casa Savoia”.

CONCLUSIONI

Terminati i numerosi interventi, si è parlato del programma presentato in apertura dei lavori.

Dal momento che anche durante gli interventi, era stato chiesto di valutare la possibilità di procedere a modifiche del programma, è stata presentata ed approvata a larghissima maggioranza una mozione che ha stabilito che venga dato tempo ad ognuno di proporre liberamente dei suggerimenti, da inviare entro trenta giorni ad una commissione che dovrà procedere alle eventuali modifiche ed integrazioni.

Si è, quindi, tentato di individuare una denominazione da abbinare al simbolo, confermato, di “Stella e Corona” ma si sono presentati problemi in quanto troppe idee hanno portato ad un moltiplicarsi delle proposte.

Pertanto, dopo tentativi di scelta di un nome, votato a maggioranza, è stato deciso di delegare al nuovo organigramma di vertice, di scegliere la denominazione del Movimento, avvalendosi della collaborazione di esperti di comunicazione politica.

In tale ottica è stato proposto all’Assemblea e approvato all’unanimità un elenco di persone da inserire nel varato Comitato esecutivo, che sono state aggiunte ai dieci già del Comitato promotore.


Il Comitato esecutivo risulta pertanto così composto:
Avv. Alberto Barbarisi, Dr. Lorenzo Beato, Arch. Edoardo Brandone, Dr. Antonio Buccioni, Dr. Franco Ceccarelli, Comm. Alberto Claut,Dr.Alberto Conterio, Dr.Gian Piero Covelli, Avv. Fabrizio de Lorenzo, Dr. Dario de Siena, Com.te Ugo d’Atri, Dr. Andrea di Gropello, Dr. Luca Ferrari, Sig.ra Marzia Elena La Piana Cipolla, Avv. Massimo Mallucci, Dr. Luigi Mastroianni, Dr. Gian Luca Mazzei, Arch. Marta Navone, Sig.ra AnaMaria Norero, Dr.Angelo Novellino,Dr. Francesco Pantano, Dr. Ivanoe Riboli, Avv. Roberto Vittucci Righini.

Alle 18, il Presidente, ringraziati gli intervenuti, ha dichiarato chiusi i lavori, sciogliendo l’Assemblea ed auspicando che, dopo l’esperienza romana possano svolgersi altre iniziative similari, anche a livello regionale, per compattare tutti coloro che, pur presenti in spirito a Roma, non hanno potuto esserci fisicamente.

CONSIDERAZIONI

Una è la principale conseguenza che,a parere di chi scrive, deriva dall’evento romano del 13 ottobre: finalmente sembra sia stato posto un freno al fenomeno di storicizzazione della Monarchia, che ha, drammaticamente, estrapolato quasi completamente i monarchici dalla scena politica italiana, il che in una repubblica politicizzata oltre ogni dire, in ogni aspetto della vita economica e sociale, è fatto gravissimo ed assolutamente riprovevole.

Con un Paese ormai allo stremo, nel quale la presenza dello Stato si fa “sentire” principalmente con le cartelle delle tasse, un ritorno dei monarchici, testimoni di un’Italia che molti - tra i quali anche tanti non monarchici - considerano migliore rispetto a quella di oggi, un dovere morale.

Con la Monarchia la democrazia può raggiungere livelli altissimi, come testimoniano efficacemente tante realtà vive vitali in Europa e non solo.

Non a caso le prime istanze delle basi popolari vennero accolte proprio in Stati a regime monarchico già alla fine del XIX secolo, i primi esempi di governi riformisti si ebbero nelle realtà monarchiche del Nord Europa, in troppi Paesi la fine dei regimi monarchici si è accompagnata a feroci bagni di sangue che hanno condizionato, ed ancora in parte condizionano, la vita di troppi popoli europei e non.

Infine, un grazie a tutti i numerosi convenuti ed anche a tutti coloro che, impossibilitati ad essere fisicamente presenti, hanno voluto manifestare il loro appoggio.

Tra questi On. Efisio Lippi Serra, di Cagliari, Avv. Michele Forino, di Genova, Sig. Giancarlo Molli Boffa, di Torino, Prof.Sergio Bosca, dal Brasile, Rag.Armando Pupella, di Palermo, Prof. Renato Cesarò, di Nichelino,Prof. Giuseppe Chirico, di Roma, Rag. Enzo Canuto, di Torino, Sig. Marco Passeri, di Firenze, Sig.na Marina Marino, di Torino, Dama Anna Maria Bonanate- Riccini, di Torino.

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