4 novembre, simbolo irrinunciabile

L’epoca dei tremendi attentati jihadisti all’Europa sembrava da tempo un ricordo sbiadito. La voglia di guardare oltre, insieme a Covid, lockdown e guerra in Ucraina, ci avevano fatto scordare il sangue versato negli anni e l’eco di eventi quali il dramma del Bataclan di Parigi, della strage di Madrid del 2004 o della mattanza al teatro Dubrovka di Mosca.

La comunicazione mainstream ha focalizzato da un anno e mezzo la nostra attenzione esclusivamente sull’insensato scontro tra le nazioni sorelle di Russia ed Ucraina.
Ma di colpo ecco che, a ruota dell’inaspettato assalto di Hamas ad Israele e giustificandosi per la dura risposta di quest’ultimo, Al Qaeda torna a diffondere appelli alla “guerra santa”, chiedendo a tutti i musulmani di unirsi nella lotta e colpire ovunque obiettivi non solo israeliani, ma anche ambasciate, aeroporti, stazioni ferroviarie. Si tratta di rischi imminenti che confermano, come recentemente ricordato dal Ministro dell’Interno, che ci attendono “mesi difficili e complicati” resi ancor più insicuri (come visto anche nelle manifestazioni di Milano) non solo dalle migliaia di musulmani approdati sulle nostre coste, ma anche dall’appoggio di tanti europei, accecati dal loro antisemitismo e antiatlantismo, che incitano a combattere quella stessa Europa che ha fatto dell’accoglienza un suo caposaldo di civiltà.

Ma questa doverosa allerta lascia però un interrogativo di fondo. Con la motivazione della sicurezza si può arrivare a giustificare di tutto, anche la sospensione della parata del 4 Novembre, vero simbolo dell’Unità Nazionale: segno di attenzione o di debolezza ?

Dubitando fortemente che sia nelle intenzioni di questo Governo un sostegno a quella “cancel culture” che invece annullerebbe del tutto la celebrazione, riteniamo però importante sottolineare che nessun segno di debolezza potrà aiutarci, né salvarci da eventuali pericoli.

E se i simboli sono importanti per i terroristi (grandi esperti della comunicazione) i simboli sono fondamentali
anche per noi. Il 4 Novembre è una data impressa nei nostri cuori: è l’emblema del fante della prima guerra mondiale che, con gli anfibi chiodati e dentro la trincea, al grido di “Avanti Savoia” ha unito la nostra Nazione.
Solo stringendoci attorno ai nostri Eroi e ai nostri simboli potremo avere la certezza di saper affrontare con successo le sfide che l’avvenire ci prospetterà, per quanto dure possano essere. E oggi come ieri, sapremo “stringerci a coorte”.