Il Nepal distrutto dal terremoto e dalla repubblica

Opinione di Italia Reale: 
La popolazione è allo stremo, e cresce la rabbia per la lentezza degli aiuti.
Dopo la disperazione causata dal terremoto, la rabbia contro la repubblica, incapace di gestire l'emergenza e che ha portato il Paese nel caos. I nepalesi guardano con affetto la Monarchia
 
Terremoto
In Nepal è stato colpito dal devastante terremoto di magnitudo 7,9. Il bilancio della tragedia è spaventoso più di 7000 morti e più di 14.000 feriti accertati, un numero destinato ad aumentare.
Molti villaggi colpiti sono abbandonati a se stessi, dove le persone che hanno perso tutto, cercano di sopravvivere in attesa di improbabili soccorsi. Inoltre la mancanza di acqua e cibo e le condizioni sanitarie al collasso alimentano il rischio di epidemie.
 
Al dramma umano si aggiungono i danni al patrimonio culturale nepalese, come i 7 siti iscritti nella lista del patrimonio dell’UNESCO. Ormai le macerie sostituiscono i simboli storici e i principali richiami turistici del Paese, come Durbar Square di Kathmandu, Patan e di Bhaktapur, la cittadina medievale dove Bernardo Bertolucci aveva girato "Il piccolo Buddha".  Anche la splendida torre di Dharahara, simbolo di Kathmandu, costruita dalla regina Lalit Tripura Sundari, e restaurata dopo il terremoto di 80 anni fa, è stata nuovamente distrutta.
 
L'Inefficienza della repubblica
La lentezza degli aiuti mette in luce la totale inefficienza ed impreparazione della repubblica nepalese nell’affrontare e gestire la crisi causata dal terremoto.
Gli aiuti internazionali rimangono bloccati all’Aeroporto internazionale di Kathmandu, per colpa dei servizi doganali che controllano “ogni singolo pacco” prima di autorizzarne la distribuzione.
L’Onu ha chiesto al governo del Nepal di sospendere i controlli doganali che stanno bloccando le consegne.
 
Il Popolo protesta
Il primo ministro Koirala ha fatto visita ai feriti ricoverati, ed è stato duramente contestato e ci sono stati scontri con le forze dell’ordine.
La gente stremata, protesta per la lentezza degli aiuti e accusa il governo di non fare abbastanza.
Dopo la disperazione causata dal terremoto, è arrivato il momento della rabbia contro la repubblica, ed i ritardi delle operazioni di soccorso fanno si che molti nepalesi guardino con affetto il regno del re Gyanendra.
Un ragazzo che vive in una tenda improvvisata, sotto la pioggia battente, dice : “Molta gente è rimasta senza casa. Non c‘è nessun aiuto, nè dai partiti politici, nè da nessun altro. Qui ci arrangiamo da soli: anche questa tenda e questo legno su cui sediamo, facciamo tutto da soli”.
 
La repubblica nata con la guerra civile
Il Nepal è stato governato dalla monarchia della dinastia Shah dal 1768 - quando Prithvi Narayan Shah unificò i suoi numerosi piccoli regni - fino al 2008, quando dopo una guerra civile durata 10 anni, voluta dal Partito Comunista del Nepal ( maoista ), la 1° Assemblea Costituente (il 28 maggio 2008) ha votato l'abolizione della monarchia e l'istituzione di una repubblica.
Per sbarazzarsi della Monarchia, senza scrupoli, l’estrema sinistra maoista aveva scatenato una guerra civile, causando migliaia di morti, spesso innocenti, ed aveva arruolato addirittura i bambini per rafforzare la sua forza militare.
 
Giornalismo servile
Durante questa guerra civile, i giornali italiani si guardavano ben di denunciare le violenze, tutto era considerato lecito per i maoisti, essendo i portatori della repubblica, considerata la Democrazia perfetta da imporre in tutto il mondo.
 
Questo ricorda quello che avvenne in Italia durante il periodo che segnò il passaggio dalla Monarchia alla repubblica. Anche allora in Italia tutti i mezzi erano leciti pur di far trionfare la repubblica, e sbarazzarsi del Re ( i brogli del referendum, le minacce, le uccisioni a Medina, la repubblica mai proclamata..).  
La propaganda anti monarchia militante non è mai cessato di agire. Ancora adesso il regime repubblicano cerca di screditare le Monarchie che esistono in altri Paesi (più democratici ed avanzati della repubblica italiana..), presentandole come se fossero gossip e parlando sui presunti scandali.
La propaganda repubblicana è ancora più spietata nei confronti di Casa Savoia, o ignora la Monarchia oppure la critica senza pietà.
Ovviamente in questo caso la par condicio non viene applicata, quando si parla dei Savoia non esiste contradditorio, nei rari casi in cui qualcuno la difende viene subito liquidato o preso in giro.  
 
Insomma i mass media italiani sono sempre i fiancheggiatori di qualsiasi forza politica (dittatura e democratica non importa) pur che sia a favore della repubblica.
 
Se in Nepal ci fossa ancora la Monarchia, tutte le colpe del terremoto sarebbero addebitate al Re, compreso il terremoto. I repubblicani avrebbero approfittato per eliminare il Re, facendo illudere la gente che la repubblica avrebbe risolto tutti i problemi.
 
Questa illusione è quello che si diceva 8 anni fa per sbarazzarsi del Re, ma guarda caso la situazione del Nepal è peggiorata. La repubblica  non è stata in grado di tirare fuori il Paese dalla povertà e dalla miseria, anzi ha peggiorato le cose. In Nepal un quarto della popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno ed il tasso di alfabetizzazione nelle zone rurali è del 40%.
 
Da quando c'è la repubblica il Nepal è precipitato nel caos, senza dimenticare il fallimento dell'Assemblea costituente che, in 8 anni, non è riuscita ad approvare il testo della nuova Costituzione. La repubblica nepalese è un sistema provvisorio, imposta senza referendum, e senza Costituzione.
Anche questo naturalmente il giornalismo italiano non lo dice....
 
Finché c'era la Monarchia la colpa era del Re. Adesso che in Nepal c'è una repubblica di chi è la colpa? Perché non si ammette che la repubblica ha peggiorato la situazione del Nepal ?
La repubblica non doveva risolvere i problemi del Nepal?
 
Il Re Gyanendra, che nel 2008 è stato privato del suo titolo, si è recato a Kathmandu per portare conforto alla popolazione stremata dal  terremoto. Il Re è stato il protagonista di un bagno di folla, accolto dai cittadini, al contrario dei politici, che sono stati contestati o non si sono proprio presentati.
 
La frustrazione sulla lentezza dei soccorsi ha causato scontri con i politici, criticati anche per non aver visitato le zone colpite dal terremoto, e molti nepalesi si chiedono se il regno di Gyanendra sia stato davvero così male, come era stato presentato dai maoisti. 
"Sarebbe bello che ritornasse il re", ha detto Gagan Malla, un uomo di 42 anni, che vivea in una delle "tendopoli" di Kathmandu, dove migliaia di persone senza fissa dimora si sono accampati dallo scorso Sabato.
"I partiti politici non hanno fatto niente per noi finora, mentre penso che il re avrebbe cercato di aiutare."
Shirestrha Hari, un'altra persona di 52 anni,  che vive  nel campo nel vecchio paddock di Gyanendra. "Ora abbiamo 601 re (i parlamentari repubblicani), e nessuno di loro è venuto ad aiutarci."
 
Ci si sbarazza facilmente del Re, presentandolo come la causa di tutti i mali, ma poi il popolo rimane succube della repubblica, che è una oligarchia che pensa solo ai suoi interessi. Al posto del Re, che per i repubblicani costa troppo, ci sono i presidenti che costano ancora di più, dopo essersi già arricchiti da politici.
 
La statua del Re intatta in mezzo alle rovine
Infine una notizia particolare e simpatica. Nella capitale di Kathmandu, dove sono crollati molti edifici storici, la statua del Re Tribhuvan Bir Bikram Shah (1906-1955) è rimasta intatta in mezzo alle rovine che caratterizzano la capitale nepalese.
 
Alle volte le cose che sembrano casuale e che non abbiamo significato, in realtà nascondono una verità. Questa statua di Re Tribhuvan Bir Bikram, che rimane intatta tra le rovine della capitale, insegna ai nepalesi che la rinascita del Nepal potrà avvenire grazie alla Monarchia.
 
Oltre al terremoto naturale, che ha distrutto edifici e causato morte, il Nepal è stato colpito anche da un altro cataclisma, la repubblica, che ha distrutto il Paese dal punto di vista politico, sociale e culturale.