Il prezzo del petrolio diminuisce ma la benzina aumenta per colpa delle tasse

Opinione di Italia Reale: 

Crolla il prezzo del petrolio, ma quello della benzina aumenta. Perché?

Se negli ultimi 5 anni il prezzo del petrolio è calato ai minimi, anche il prezzo della benzina dovrebbe aver subito un ribasso. Invece non è così. 

In Italia i prezzi al consumo sono slegati da quelli sulle materie prime, ma sono legati alle accise, Iva, andamento del cambio, costi di raffinazione, tasse regionali che frenano il calo dei prezzi di benzina e gasolio nonostante il prezzo della materia prima si riduca.

Quello che pesa sul prezzo della benzina non è il costo delle materie prime, ma le tasse. 

Il carico fiscale sui carburanti è davvero scandaloso, e nel mese di novembre è in media il 62,81% del prezzo al consumo della benzina verde.
 
Anche nel prossimo futuro nonostante il crollo del settore petrolifero e il conseguente ribasso dei prezzi, in Italia il costo della benzina continuerà a salire. Infatti il prossimo anno grazie alla Legge di Stabilità 2015 potrebbe arrivare un’ulteriore aumento delle accise, pari a 8 centesimi al litro. 
 
Infine non è tollerabile la lentezza nell’adeguamento dei prezzi, che lo vediamo solo al rialzo e mai al ribasso.
Insomma lo Stato repubblicano ha bisogno di soldi e i carburanti sono sempre il modo più semplice per ottenerli, lo stato repubblcano usa la benzina per fare cassa, e lo fa tassando sempre di più gli italiani...
Fonte: 
Un barile è quotato 70 dollari, come nel 2009, ma per benzina e gasolio ci sono solo ritocchi
Petrolio: prezzo mai così basso da 5 anni. Benzina sempre cara, però
 
Il prezzo della benzina (e degli altri carburanti) scende, il che fa sempre notizia, di per sé. E’ anche vero, però, che il greggio è quotato sotto i 70 dollari al barile (il Brent è arrivato a 67 dollari al barile; il Wti a 63,72 dollari al barile), un valore che riporta i mercati finanziari all’estate del 2009. Ma non gli automobilisti: fare il pieno, infatti, costa 2,5 centesimi di euro in meno al litro, nel migliore dei casi. Arrivando così a un prezzo medio di 1,69 euro al litro per la benzina e 1,59 per il gasolio. Il risparmio c’è - seppur limitato - come anche un rovescio della medaglia, però.
 
Macro vs micro interessi
Da un lato, infatti, tutte le compagnie petrolifere hanno ritoccato il listino, in seguito alla decisione dell’Opec di non tagliare le quote di produzione di petrolio. Dall’altro ci sono Paesi come il Venezuela, che come altri Stati ha bisogno di far tornare i conti nei propri bilanci facendo risalire le quotazioni verso i 100 dollari al barile. Il ministro iracheno del petrolio, ad esempio, definisce “terribile” la situazione, in contrasto con l’Arabia Saudita o il Kuwait. Anche la Russia, nonostante le dichiarazioni positive di Vladimir Putin, sembra non trarre vantaggio dallo scenario attuale, considerando il -3,2% dell’indice Rts alla Borsa di Mosca, o la debolezza del Rublo nei confronti del dollaro.
 
Ogni 10 euro di benzina, 6 sono di "tasse"
Tornando alle pompe di benzina, secondo l’Unione petrolifera i costi industriali sono tornati a quelli del 2011, cosa che però non si traduce un un vantaggio di pari entità per i consumatori, per via del peso di Iva e accise sui prezzi finali. Il fisco infatti incide per circa il 60% sul prezzo alla pompa. E poi c’è il discorso delle “pompe bianche”: in Italia i costi al distributore sono i più alti d’Europa anche perché il livello liberalizzazione delle forniture non è ancora sufficiente per innescare una sana concorrenza. Nell'80% dei casi, i gestori possono acquistare carburanti solo da una casa petrolifera.