LETTERA NON PUBBLICATA DA "L'ECO DI BERGAMO"

autore: 
ITALIA REALE

Egregio Direttore, le scrivo in merito alla lettera di un membro provinciale dei socialisti, pubblicata dal suo giornale in data 8 marzo.

Desidero replicare senza rancore, perchè reputo per principio tutti in buona fede e anche per il fatto che queste persone sono purtroppo prigioniere d'una visione distorta ed emotiva della Storia, imposta loro da una propaganda anti monarchica e capziosa, nata nei mesi antecedenti il Referendum istituzionale. Vista la sequela di accuse, mi vedo costretto a rispondere punto per punto.

La prego tuttavia di pubblicare questa risposta se non altro per par condicio. Pentimento. Dice il dizionario: “Riconoscimento di una propria colpa associato ad un atteggiamento di autocondanna”.

La definizione è chiara: una persona non può pentirsi di ciò che commette un altro. Sarebbe aberrante. Oltretutto, pensi a quali pericolose possibilità andremmo incontro: dice la futura suocera al futuro genero: “Se vuoi entrare nella mia casa pentiti che tuo nonno sia stato alcoolizzato!”

Davvero assurdo. Tanto più che i nostri Principi non hanno avuto proprio parte alcuna nei fatti di cui si parla. Modifica della Costituzione.

L'abrogazione della 13^ norma transitoria sarebbe soltanto un atto democratico verso due persone innocenti che vengono ancora tenute in esilio e pagano per tutti. Voglio ricordare al membro dei socialisti che a consegnare il paese al fascismo fu la votazione del 15 luglio 1923, la quale approvò la riforma elettorale. Allora i fascisti erano soltanto 35, ma il Parlamento approvò la legge con 303 voti favorevoli, 140 contrari e 7 astenuti.

Tra i favorevoli vi furono anche Gronchi e De Gasperi, ai quali nessuno chiese pentimenti, e che tanto meno vennero condannati all'esilio transitorio perpetuo! Leggi razziali “Non dimentichiamoci che il Re firmò le leggi razziali”.

Appunto: il Re, non S.A.R. Vittorio Emanuele. Comunque, voglio ricordare che se il Re ha firmato, lo ha fatto soltanto dopo tutte le resistenze costituzionalmente possibili. Diario di Ciano: “Per tre volte il Sovrano riesce ad infilare nel discorso la frase 'provo un'infinita pietà per gli ebrei!'.

Il Duce ingoia tre volte il rospo.”. E aggiungo quanto scrive il Centro di Documentazione Ebraica nel 1962: “Si deve riconoscere che fino all'8 settembre 1943 la persecuzione razziale in Italia fu contenuta in limiti moderati e di portata soprattutto economica”. E questo, conferma quello che il Re scrisse a Pio XII, cioè che avrebbe fatto di tutto per mitigare le sanzioni ai danni degli ebrei.

Dopo l'8 settembre vi furono le recrudescenze peggiori ma tutte da parte nazifascista, non di certo monarchica o di coloro i quali ancora si riconoscevano in tale Istituzione. 8 Settembre.

La scelta del Re di trasferire il governo a Brindisi fu in realtà un grande sacrificio di cui dovremmo essergli immensamente grati, sacrificio in virtù del quale si potè garantire la continuità dello Stato, nonchè mantenere operante l'armistizio di Cassibile. E non solo: proprio grazie a questa scelta il Regno d'Italia fu riconosciuto dagli Alleati ottenendo anche la restituzione dei territori liberati. Cefalonia.

Non il Re ma gli angloamericani sono colpevoli della strage, poiché intimarono categoricamente il rientro delle nostre navi da guerra che puntavano proprio sulle Ionie per soccorrere Corfù e Cefalonia.

Dinastia inetta. Inetta?

Basterebbe rammentare lo Statuto, i pari diritti agli ebrei, il sacrificio di un piccolo esercito abbandonato da tutti e contrastato dalle altre spocchiose dinastie contro lo strapotere austriaco. E poi … da Piemonte ad Italia, il sacrificio di Nizza, della Savoia; la morte di Mafalda.

Basterebbe ricordare che ognuno dei Sovrani ebbe sul letto di morte la parola “Italia” sulle labbra. Basterebbe dire che questa Dinastia ha saputo mettersi in discussione con un Referendum, possibilità che la repubblica si è antidemocraticamente preclusa.

La ringrazio dello spazio concessomi, con stima.

anno: 
mesi: 
argomenti: