L’UNIONE EUROPEA E LE SUE RADICI

autore: 
Giancarlo Vittucci Righini

Nella recentisissima costituzione dell’U.E., dopo lunghe battaglie verbali di inusitata violenza, una maggioranza composita costituita da una parte da parlamentari di sinistra di estrazione marxista (democratici di sinistra, comunisti, socialisti massimalisti, ecc.) e dall’altra da pseudo liberali opportunisti che si dichiarano formalmente moderati di destra o di centro-destra ma che di fatto hanno aderito a posizioni laiciste, antistoriche ed anticlericali, ha imposto che fosse cancellato qualsiasi riferimento alle radici “cristiane” e per essere più esatti “romanocristiane” che sono quelle che indiscutibilmente caratterizzano da sempre il nostro continente e la civiltà occidentale.

Si è trattato di una presa di posizione vergognosa, ingiusta ed ingiustificabile, tanto più da respingere dal momento che veniva adottata solo dopo il crollo definitivo ed inglorioso dei regimi dell’Est europeo di
marca comunista, travolti dalla forza irresistibile della nostra fede e dalla potenza dell’America che a quegli inderogabili principi si è sempre ispirata.

Altre ragioni ancor meno nobili, di bottega per essere chiari, hanno contribuito all’elaborazione di questa costituzione: la preoccupazione di non frapporre ostacoli al futuro ingresso della Turchia nell’U.E.
E a questo proposito non possiamo fare a meno di sottolineare che la Turchia pur essendo stata un’alleata affidabile dell’Occidente nella lotta contro il comunismo, è tuttavia una Nazione asiatica al 100%, musulmana nell’identica misura, che per secoli ha rappresentato un pericolo per il nostro continente, e che un suo eventuale ingresso nella Comunità degli Stati Europei oltre a snaturarne caratteristiche e funzioni, potrebbe fare da tramite per il successivo ingresso nell’U.E. di altri Stati parimenti estranei all’Europa per civiltà, tradizioni e interessi.

I fautori dell’ingresso della Turchia, sostengono che si tratta di uno Stato moderno, niente a che fare con il Sultanato per carità; una Nazione all’avanguardia grazie all’opera dei “Giovani Turchi” di Kemal Ataturk.
Costoro dimenticano volutamente che finchè a Costantinopoli regnò il Sultano, le varie minoranze etniche e religiose furono protette e prosperarono, e che fu proprio l’avvento al potere dei Giovani Turchi, che rovesciò il Sultano, a provocare nel 1917 lo sterminio di 1.500.000 cristiani armeni.

A ciò si aggiunga che a tutt’oggi nessun governo turco ha riconosciuto e deprecato il genocidio armeno.
Date queste premesse appare veramente azzardata e pericolosa la possibilità che lo Stato Turco (già attualmente al 2° posto come numero di abitanti e presto al 1°) possa aderire all’U.E. nella quale introdurrebbe tradizioni, civiltà e religione che sono agli antipodi dell’Europa.
A quanto sopra detto si accompagna la campagna denigratoria ma “politicamente corretta” che consiste nello screditare, impedire, travisare sistematicamente tutte le nostre più genuine manifestazioni di religiosità popolare, dall’esibizione del Crocefisso al presepio, ai canti natalizi e via dicendo.
Gli artefici di queste “belle pensate” sono spesso insegnanti senza fede e senza cervello con il pretesto che non si devono turbare i bimbi appartenenti ad etnie non cristiane, ma riteniamo che sotto le loro motivazioni vi siano cause ben diverse, riconducibili per la maggior parte a comportamenti giacobini e settari.
Inoltre sarà bene ricordare ai sostenitori di queste tesi comunque aberranti, che è ben più grave turbare la stragrande maggioranza dei minori che credono in Gesù, siano essi cattolici (per la maggior parte), ortodossi o protestanti.

D’altra parte da che mondo è mondo, gli ospiti si sono sempre adeguati con rispetto agli usi e costumi dei residenti; è questa la regola fissa alla quale non si deve assolutamente derogare se si vuole che i nuovi venuti con il tempo si integrino trasformandosi in residenti.
Gli integralisti che non intendono adeguarsi a queste antiche e civilissime regole non possono pretendere di imporsi alla comunità con minacce, intimidazioni o peggio,e faranno bene a fare fagotto ed a portare altrove i loro stracci e la loro prepotenza.

Un’ultima considerazione: non vi è popolo più civile, cortese e rispettoso di quello italiano, i cui emigranti si sono fatti onore in tutto il mondo per il loro attaccamento alla famiglia di origine e per la loro laboriosità ed ingegnosità.
Pur sapendo che in molti Stati a maggioranza musulmana è vietata addirittura l’esibizione di simboli religiosi cristiani, per non parlare delle Messe e delle altre manifestazioni di culto rigorosamente vietate, in Italia si consente agli immigrati musulmani di aprire moschee, adunarsi liberamente e manifestare pubblicamente la loro fede; a questo punto sarebbe opportuno che le loro frangie più radicali la smettessero di soffiare sul fuoco e anzichè rivendicare pretesi diritti, si decidessero una buona volta a far fronte ai loro doveri nei confronti della Nazione che li ospita.

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