PANORAMA POLITICO

autore: 
Giancarlo Vittucci Righini

Dopo un periodo di contrasti in seno alla maggioranza, il Presidente del Consiglio si è finalmente imposto, disponendo che il taglio delle tasse, tanto atteso ed invocato da tutti gli Italiani, compresi quelli che votano a sinistra, abbia inizio a partire dal 2005.

Il taglio riguarda l’IRPEF, cioè tutti i contribuenti e
non soltanto gli imprenditori come taluni esponenti della stessa maggioranza pretendevano.
La notizia ha gettato nello sconforto i capi dell’Ulivo,
che già si facevano beffe di Berlusconi, accusato di non
mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, ma porterà sicuramente un notevole vantaggio al Polo delle Libertà in occasione delle prossime elezioni.
Ci auguriamo che il nostro Premier sappia imporsi, per quanto la cosa sia tutt’altro che semplice, ai partiti alleati, che troppo spesso, dimentichi del loro scarso seguito, avanzano pretese inconsulte e creano difficoltà al Governo.

Ed è anche opportuno che chi, sia in Alleanza Nazionale
che nell’U.D.C., si illude di poter subentrare al Cavaliere in un futuro più o meno prossimo, ridimensioni
le proprie ambizioni.
Non è con il 10% dei voti (A.N.) o con il 4% o giù di lì (U.D.C.) che ci si può illudere di assumere la guida dello Stato.
Per non parlare delle mosche cocchiere del Polo, rappresentate dal PRI di Ugo La Malfa parlamentare per meriti dinastici (0,5% o giù di lì) e dal Nuovo P.S.I. del duo De Michelis - Bobo Craxi - anche quest’ultimo parlamentare per meriti dinastici (circa l’1%) che farneticano definendosi l’ago della bilancia.

Un fatto è certo. Senza Berlusconi, oggi avremmo alla guida del governo non un Prodi, ma un Occhetto o un D’Alema, con Cossutta e Bertinotti a fargli da supporto.
Il leader di Forza Italia, pur con tutti i suoi difetti è l’unico in grado di coagulare intorno a sè una maggioranza eterogenea come l’attuale.
L’importante è che sappia contrastare e contenere le spinte centrifughe dei suoi alleati, che a turno avanzano pretese assurde e minacciano di lasciare l’attuale maggioranza.
Occorre anche che l’azione di Governo sia più incisiva,
che la maggioranza parli con una sola voce e che i singoli esponenti del centro-destra la smettano una buona volta di formulare critiche, di chiedere rimpasti, di dare cioè all’opinione pubblica l’impressione di un disaccordo che potrebbe sfociare addirittura in una rottura.
Di fronte a questa situazione varie forze tentano di
sostituirsi al Governo, unico legittimato ad amministrare la cosa pubblica.
Ed allora assistiamo alle esternazioni del presidente
della repubblica che ha soltanto il compito di rappresentare la Nazione e non quella di impartire direttivedi politica sia essa interna od estera nonchè,
a quelle del presidente della confindustria, di esponenti sindacali, della magistratura e via dicendo.
In una democrazia parlamentare, qual’è la nostra,
l’unico che ha il diritto di governare è il Governo; tutti gli altri, se non sono d’accordo, ciascuno nei limiti rigorosi delle proprie competenze, possono secondo le regole democratiche e nelle opportune sedi
operare perchè si formi in Parlamento una diversa maggioranza.
Inoltre è opportuno oltre che necessario che in particolare la magistratura sia nel suo insieme, sia anche per quanto riguarda i suoi singoli componenti, si
astenga nel modo più assoluto dall’assumere posizioni
politiche che non rientrano nelle sue competenze.

A sua volta il Governo deve sapersi imporre con moderazione, ma al tempo stesso con decisione, bloccando
le attività criminose anche quando sconfinano nel campo della politica o del sindacalismo. Non è ammissibile che in uno Stato democratico poche migliaia, a volte volte centinaia di individui, blocchino la circolazione e le attività dei cittadini, mentre le Forze dell’Ordine, evidentemente in conformità agli ordini superiori stanno a guardare.
Se negli Italiani dovesse sorgere la convinzione che
il Governo è imbelle ed in balia di gruppi estremisti
che fanno il bello ed il cattivo tempo, si potrebbero
verificare prima o poi fenomeni di reazione che potrebbero assumere dimensioni pericolose e mettere
a rischio lo stesso sistema democratico.

Noi chiediamo a questo Governo, sempre nel rispetto
delle regole democratiche, di imporre la legge a tutti senza eccezioni, assicurando così la pace sociale ed il progresso della Nazione nell’ordine e nella libertà.

anno: 
mesi: 
argomenti: