PANORAMA POLITICO

autore: 
Giancarlo Vittucci Righini

Il Capo dello Stato in occasione della commemorazione del IV Novembre ha lanciato un allarme circa i rischi di una disgregazione dell’Italia, allarme sottolineato tra gli altri dal “Corriere della Sera”. In particolare Napolitano ha detto che “oggi deve sempre considerarsi bene prezioso e imperativo supremo l’unità nazionale che va preservata – anche in una possibile articolazione federale – all’insidia di contrapposizioni fuorvianti e di antistorici conati di secessione”.

Da parte dell’attuale maggioranza le parole del Capo dello Stato sono state interpretate come un’intimazione ed un avvertimento alla Lega Nord ed ai suoi alleati. Ma la realtà è ben diversa. Si è trattato invece del rifiuto chiaramente espresso di consentire alle Regioni del Nord di acquisire la da tempo invocata autonomia in campo economico che porterebbe ad una congrua riduzione dei finanziamenti dello Stato alle Regioni del Sud.
Sappiamo infatti che il partito di Umberto Bossi ha rinunciato apertamente all’indipendenza della cosiddetta Padania e che persegue lo scopo di ottenere una maggior autonomia di Lombardia e Veneto in forma perfettamente legale e legittima perché prevista dalla stessa Costituzione.

Purtroppo la situazione è grave, perché la divisione dell’Italia è già una realtà.
Alle regioni del Nord, nelle quali nonostante tutto lo Stato continua a funzionare, perché sono produttive, pagano le tasse, godono (si fa per dire) di una situazione di sicurezza quasi accettabile, si contrappone il resto dell’Italia, dove domina la criminalità che molto spesso è
subentrata allo Stato, la cui autorità diventa sempre più evanescente, dove è più difficile riscuotere le tasse e regnano il compromesso e l’intrallazzo, troppo spesso tollerati per quieto vivere o forse peggio da chi invece dovrebbe impedirli.
Così “la questione Napoli”, portata recentemente all’onore delle cronache, dopo un periodo più o meno breve nel quale se ne parlerà e se ne discuterà a tutti i livelli, è destinata fatalmente a tornare nel dimenticatoio.
Si è in effetti parlato del possibile invio dell’Esercito perché ripristini l’ordine pubblico a Napoli, ben sapendo a priori che non se ne farà niente. Infatti un tale intervento è in contrasto con la nostra Costituzione e con le stesse regole dell’U.E. e del G8, a parte il fatto che i nostri reparti comunque non hanno né l’esperienza né la
preparazione necessaria.

L’unica iniziativa presa dal nostro Governo è stata quella di mandare per un giorno il Prof. Prodi a Napoli ad assumere impegni generici che lasciano il tempo che trovano ed a disporre l’invio di altri 1000 appartenenti alle Forze dell’Ordine. Sarebbe invece stato necessario - se si volevano fare seriamente le cose - esaminare le carenze e responsabilità delle locali autorità, politiche, amministrative e giudiziarie, supportate troppo spesso da quelle nazionali, imponendo se del caso, dimissioni e sostituzioni.
E non ci si venga a dire che la situazione napoletana si è aggravata all’improvviso per non si sa quale motivo.
Sono almeno trent’anni che la nobile città è gestita quasi ininterrottamente dagli uomini del P.C.I., poi PDS, ora DS. Già vent’anni fa la media degli omicidi era di circa uno al giorno; ora la percentuale è aumentata, perché le istituzioni sono sempre più carenti e la loro autorità è in continua diminuzione a favore della camorra che ha ormai agganci in tutti i settori.

La camorra oltre a raccogliere il “pizzo” dai commercianti ed artigiani, a consentire guadagni più o meno lauti ad un numero sempre più alto di persone altrimenti destinate alla disoccupazione, ha gestito tra l’altro lo smaltimento dei rifiuti, fino a quando ultimamente si è tentato di spodestarla dal settore, con i risultati che quotidianamente i mass-media ci mostrano.

Purtroppo la situazione di degrado, oltre che al napoletano si estende a parte della Sicilia, della Calabria e della Puglia. Se lo Stato non adotterà in tempo gli opportuni provvedimenti la spaccatura in due dell’Italia continuerà ad accentuarsi ed il divario tra le regioni del centro-nord produttive ed in grado di controllare il territorio e quelle del Sud abbandonate dallo Stato e caratterizzate da un’economia in buona parte parassitaria e criminale, diventerà insanabile.

A quel punto sarà necessario ripristinare l’Unità facendo ricorso a misure di estrema durezza e severità, dato e non concesso che lo Stato ne abbia la volontà e la capacità.
Il Governo Prodi sta attraversando un periodo difficilissimo sia per contestazioni alla Finanziaria mosse non soltanto dall’opposizione di centrodestra, ma anche da una parte consistente dell’attuale maggioranza di sinistra-centro, sia per i contrastisulla politica del lavoro.

In particolare alla manifestazione contro il lavoro precario hanno partecipato circa 150.000 persone guidate dal Segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano, dal Viceministro degli Esteri Patrizia Sentinelli e da vari Sottosegretari.
I manifestanti hanno duramente contestato il Ministro del Lavoro Cesare Damiano dei DS e chiesto l’abrogazione della legge Biagi, che aveva eliminato parzialmente i vincoli per gli imprenditori, concedendo una certa flessibilità nei contratti di lavoro e consentendo l’assunzione di un gran numero di disoccupati.
Per la cronaca, è la prima volta che esponenti di un governo si uniscono a manifestanti antigovernativi; se costoro avessero un minimo di dignità si sarebbero dovuti dimettere, ma ormai non ci facciamo più illusioni, in Italia le dimissioni sono spesso minacciate, ma mai effettuate.
Al congresso dei radicali il Segretario Daniele Capezzone, il quale vista l’attuale situazione di stallo, si era dichiarato favorevole ad un “tavolo dei volenterosi” che avrebbe dovuto preparare un nuovo “governo di larga intesa”, è stato sostituito da Rita Bernardini, fedelissima di Pannella.
Il Governo dovrà anche affrontare il difficile problema rappresentato dai nostri Servizi di Sicurezza. Si parla della possibile sostituzione del Generale Niccolò Pollari, attuale Capo del SISMI, il quale è ancora lontano dall’età della pensione; si dice che aspirerebbe a diventare segretario del CESIS, l’ente di coordinamento dei Servizi di Sicurezza. Stando ai si dice, il Prof. Prodi vorrebbe sostituirlo con il Generale in pensione Giuseppe Cucchi, al quale è legato da un’antica amicizia, violando così la tradizione secondo la quale i direttori del SISMI sono Generali o Ammiragli in servizio.
Vi è anche chi ipotizza il trasferimento ad altro prestigioso incarico del Capo della Polizia Gianni De Gennaro, osteggiato dalle sinistre che lo considerano responsabile delle violenze attribuite alla Polizia nei disordini avvenuti nel 2001 a Genova in occasione del G8.

A questo proposito sottolineiamo che per dimostrare la propria solidarietà e fiducia alle Forze dell’Ordine l’attuale maggioranza di governo ha dedicato una sala di Palazzo Madama, sede del Senato, ad un certo Giuliani, rimasto ucciso durante i disordini del G8 mentre con il volto mascherato in compagnia di altri facinorosi aggrediva alcuni Carabinieri.

Infine nelle elezioni regionali per il Molise, il candidato del Polo Michele Iorio ha battuto nettamente quello dell’Unione Roberto Ruta.

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