LA FAME NEL MONDO

autore: 
Roberto Vittucci Righini

ADOPERIAMOCI PER DARE AIUTI VERI A CHI NE SOFFRE E NON SOLO PER CREARE ALIBI ALLE NOSTRE COSCIENZE

Anni addietro alla ricerca del carburatore ad olio (che si era bloccato mentre con mio fratello attraversavo il Sahara) di un Land Rover a 6 cilindri, in dotazione in Africa solo agli eserciti ed alle polizie di alcuni Stati, stavo sorvolando in punto imprecisato il deserto tra Algeria e Niger, su un piccolo aereo di proprietà di un italiano residente in Sudafrica che mi aveva offerto un passaggio, allorché l’attenzione del pilota e mia venne attratta da estesi cumuli di sacchi di colore verde.


Atterrati per capire cosa contenessero tali sacchi, accertammo che numerosi di essi presentavano strappi e rotture dalle quali usciva, sparpagliata anche dal vento, gran quantità di chicchi di grano che finivano in pasto ad avvoltoi ed altri volatili.


Sui sacchi era stampata la sigla di un’organizzazione mondiale che ha tra i propri principali compiti il miglioramento delle condizioni alimentari di tanti che soffrono la fame.
Mi è stato poi detto che i sacchi di grano venivano trasportati da aerei che li scaricavano facendone mucchi, senza che nessuno successivamente provvedesse alla distribuzione.
Risultato: gli abitanti dei villaggi vicini ai luoghi di sbarco disponevano di quantità tali di grano da darlo in cibo agli animali domestici, mentre il cereale non prelevato per mancanza di distributori, finiva per marcire o per venir utilizzato a nutrimento degli avvoltoi, con la conseguenza che i donatori rimanevano appagati dall’aver fatto pervenire in Paesi affamati il grano, forse ignorando la fine che avrebbe fatto, e gli affamati rimanevano tali.


Il problema di come assistere le popolazioni bisognose è certamente uno dei più gravi e maggiori, e si è anche appreso di mascalzoni che si fanno pagare a prezzo normale derrate alimentari scadute o comunque non più normalmente utilizzabili, che vengono poi trasferite a “sostegno” delle popolazioni affamate in una attività truffaldina che talvolta similmente coinvolge anche altri tipi di “aiuto” come ad esempio quello dei medicinali.

Se si aggiunge che gran parte delle somme versate da persone ed istituzioni caritatevoli a numerosi anche se fortunatamente non tutti gli Enti di assistenza (tra i sicuri vanno annoverati quelli gestiti dalla Chiesa Cattolica), pervengono non raramente alle popolazioni bisognose solo in minimissima parte, dopo essere state depauperate da stipendi grandiosi, affitti locali lussuosi, spese rappresentanza esorbitanti, ecc., ecc., si arriva comprendere la diffidenza di molti nel versare denari destinati a scomparire in gran parte nelle tasche di congreghe che beneficenza fanno a stesse.


I versamenti di solidarietà che normalmente vanno a buon fine sono quelli fatti pervenire alle strutture di assistenza direttamente sul luogo, senza passare tramite intermediari e raccoglitori vari.


Ed è questa la strada più sicura da seguire se vogliamo non già costituire un alibi alle nostre coscienze, bensì veramente aiutare chi ne ha bisogno ed evitare di ingrassare masse sempre più numerose e fameliche di sfruttatori della miseria altrui.

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