PANORAMA INTERNAZIONALE

autore: 
Giancarlo Vittucci Righini

Un notevole effetto mediatico è stato innescato dalla pubblicazione dei report Wikileaks di Julian Assange, alcuni dei quali relativi all’Italia ed in particolare al Presidente del Consiglio Berlusconi, definito “incapace, vanitoso, inefficace, stanco per le feste selvagge”; altri ugualmente critici nei confronti del Presidente francese Sarkozy, del Presidente del Consiglio britannico Cameron, del Capo del governo russo Putin, e via dicendo.
Si tratta di messaggi segretati dei quali ovviamente non era prevista la pubblicazione inviati da diplomatici statunitensi al loro governo, che si è quindi trovato in grandissimo imbarazzo. Due le considerazioni da fare.
Si è trattato guarda caso di attacchi diretti soltanto contro governi di centro-destra ed anticomunisti, mentre tutti sappiamo che ben maggiori sono le pecche degli Stati a guida comunista dalla Cina alla Corea del Nord, da Cuba al Venezuela, ecc.
In secondo luogo si tratta di notizie per nulla originali, già apparse a iosa sulla stampa di sinistra e poi riprese da quella sedicente indipendente.
Naturalmente l’opposizione (PD, Italia dei Valori, cosiddetti futuristi, ecc.) si è precipitata ad oltraggiare il nostro Premier, sostenendo che per causa sua l’Italia non godeva più della fiducia degli Stati Uniti e pronosticando future gravi crisi in campo politico e soprattutto finanziario.
Tutti costoro, a parole sostengono di avere a cuore l’Italia ed i suoi interessi, ma in realtà auspicano che si verifichino i peggiori disastri nella speranza che, a qualsiasi costo, finisca l’era di Berlusconi.
Purtroppo per loro l’1 dicembre u.s. la Segretario di stato americano Clinton in occasione della riunione dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), che si è tenuta ad Astana in Kazakistan ha dichiarato “Non abbiamo amico migliore di Silvio Berlusconi, che ha sostenuto sempre con la stessa coerenza le Amministrazioni Clinton, Busch e Obama”; e ancora: “gli Stati Uniti possono contare sull’Italia e su Berlusconi per realizzare e sostenere i valori che condividiamo”.
Così le iene sono servite.
Ciò premesso, va detto che effettivamente gli americani, i quali mirano al soldo ed in primo luogo si preoccupano dei propri affari, provano una certa irritazione nei confronti del superattivismo del Cavaliere; il quale da quel grande manager che è, ha realizzato rapporti privilegiati soprattutto nel settore energetico e tecnologico con la Russia di Putin e la Libia di Gheddafi, assicurando all’Italia approvvigionamenti energetici e commesse di grande rilievo. Ma questi sono grandi meriti con grave scorno dell’attuale opposizione di sinistra-centro, con i suoi reggicoda finiani, capace solo di criticare a vanvera ma incapace di governare, sempre pronta ad aumentare le tasse senza alcun costrutto.
D’altra parte gli USA ovunque ne abbiano la possibilità non hanno scrupoli nell’approfittare a proprio esclusivo vantaggio delle situazioni di privilegio nelle quali si vengono a trovare come è avvenuto ancora recentemente per i giacimenti petroliferi irakeni, lasciando solo le briciole ai loro alleati.
In Corea la situazione continua a peggiorare.
Il dittatore comunista Kim Yong Il è in cattive condizioni di salute e si accinge a cedere il potere al proprio terzogenito, il trentenne Kim Iong Un, promosso all’improvviso generale e ad incarichi politici di altissimo livello.
Che spasso, questi sedicenti comunisti che in realtà sono autocrati e con il loro comportamento ricordano molto i peggiori re barbari dell’antichità, trasmettendo il potere di padre in figlio.
Intanto la frontiera sul 38° parallelo è in subbuglio per il recente bombardamento di una piccola isola Sud coreana da parte dell’artiglieria del Nord, che ha provocato diverse vittime e gravi danni, al quale è stata data adeguata risposta.
Gli Usa hanno immediatamente inviato nei pressi la propria flotta ed assicurato la loro protezione.
In Egitto il Partito Nazionale Democratico (destra) del Presidente Mubaraq ha stravinto le elezioni politiche sbaragliando l’opposizione rappresentata dal Wadf (liberali) dai Fratelli Musulmani (estremisti religiosi).
Ci si domanda se il Presidente ormai, ottantaquattrenne e cagionevole di salute si ripresenterà l’anno prossimo per la riconferma o se rinuncerà alla carica. Tra i possibili successori si fa il nome del di lui figlio trentenne.
Infine la Costa d’Avorio è sull’orlo della guerra civile dal momento che le elezioni per la presidenza sono state vinte dal candidato dell’opposizione Alassane Quattara, come è stato riconosciuto dall’Onu, dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti.
Dal canto suo lo sconfitto Laurent Gbagbo si è proclamato a sua volta vincitore e si è insediato nel palazzo presidenziale di Abidian. Come al solito il potere andrà a quello dei due Presidenti che otterrà l’appoggio delle Forze Armate.

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