AMARE CONSIDERAZIONI

autore: 
Roberto Vittucci Righini

Allorchè si accentuò il declino del Partito Monarchico, il P.D.I.U.M., il Segretario Nazionale On. Alfredo Covelli lanciò un appello al Partito Liberale Italiano ed al Movimento Sociale Italiano, vale a dire ai partiti alla destra della Democrazia Cristiana, per la creazione di una coalizione che si contrapponesse allo slittamento verso sinistra del partito dello Scudo crociato.

L’On. Giovanni Malagodi, Segretario Nazionale del P.L.I. nemmeno rispose, mentre l’On. Giorgio Almirante, Segretario del M.S.I., creò una delegazione del suo partito per trovare un accordo che allora non venne raggiunto ma che si concretizzò poi anni dopo nel febbraio 1972 in modo per noi monarchici brutale in quanto determinò la scomparsa del nostro Partito.

Svaniti in breve tempo i monarchici che avevano aderito al M.S.I.-D.N., ridotti a semplici portatori di voti a partiti repubblicani gli aderenti all’Unione Monarchica Italiana, falliti i modesti tentativi dell’Alleanza Monarchica di ottenere eletti sotto un simbolo monarchico alle elezioni amministrative, si accentuò di anno in anno il nostro declino.

I monarchici dichiarati, quelli che non intendevano alzare bandiera bianca, ma all’opposto volevano tornare a far sentire le nostre idee nelle Assemblee elettive, divennero man mano e sempre più zimbelli e derisi dalle altre formazioni politiche, monarchiche comprese.

Ma il tempo è galantuomo e così dopo il Partito Monarchico sono scomparsi quello liberale, i missini (poi diventati Alleanza Nazionale e spappolati tra Popolo della Libertà, Fratelli d’Italia, La Destra, Futuro e Libertà, ecc., ecc.,
ecc.), i radicali, i repubblicani, i verdi, i socialisti e, ringraziando Dio, i comunisti dalle varie etichette con falce e martello.

E ci viene quasi da ridere ricordando che i radicali anni or sono risposero alla richiesta di darci una mano per presentare liste, con un secco “si arrangino”, mentre ad analoga richiesta gente dell’Alleanza Nazionale fece sapere che non intendeva collaborare nel “rimetterci nell’agone politico”.

Sul comportamento di molti monarchici nei confronti delle liste presentate a viso aperto dall’Alleanza Monarchica è meglio stendere un velo pietoso: nessun aiuto anche solo per darci una firma di presentazione, attacchi di derisione sino a giungere alla distribuzione di volantini (anonimi ma che ben sappiamo da quale gruppo monarchico provenivano) diffamatori.

Non siamo tornati nelle Assemblee elettive, almeno sino ad ora (ma il Movimento politico Italia Reale ci fa sperare per l’avvenire) e nel frattempo la situazione della politica italiana è diventata traumatizzante.


Le elezioni politiche di febbraio (che per altro hanno visto un recupero incredibile e fantastico del Popolo della Libertà grazie alle “geniali sparate” dell’On. Silvio Berlusconi, che comprendevano promesse chiaramente di fantasia come quella di restituzione dell’Imu pagata nel 2012) con il loro esito riserveranno sorprese che temiamo di gran pericolo per l’Italia.

La coalizione di centrodestra ha perso le elezioni per una manciata di voti che probabilmente, presentandosi in tutta l’Italia, una Lista monarchica (nel 1990 nelle sole Torino e provincia la nostra “Lista azzurra” raccolse 5.096 voti) avrebbe potuto raggranellare.

Lo schifo che una gran massa di Italiani prova per i partiti ed i politici, si è tradotto oltre che in un aumento di coloro che si astengono dalle urne, nell’attuare la protesta votando il Movimento 5 Stelle il cui maggior ricordo di programma politico identifico nel “Vaffa…..” ripetuto largamente sulle piazze dal comico Beppe Grillo.

Voto di protesta che si può far risalire nel secondo dopoguerra ai successi elettorali del Fronte dell’uomo qualunque di Guglielmo Giannini, per poi coagularsi prima nel Partito radicale (che oltretutto era “elegante” votare), poi al nord nella Lega ed ora nel Movimento 5 Stelle.


Voto di protesta verso la “casta” tanto più legittimo ove si tenga presente che tutti i Governi che si sono succeduti da molti anni (di centrodestra, centrosinistra o tecnici) non hanno fatto altro che prendere in giro gli Italiani programmando ma mai portando a termine provvedimenti sentiti dagli elettori come indispensabili, tra i quali la modifica della legge elettorale (che permetta tra l’altro di non recarsi alle urne come un branco di buoi per votare liste precostituite dalle segretarie dei Partiti, senza potersi esprimere con le preferenze sui candidati da eleggere), la riduzione delle Regioni o delle Province, l’eliminazione degli assurdi privilegi auto assegnatisi dai Parlamentari, la riduzione del numero degli stessi, e via dicendo.

Sia la sinistra (Bersani) che il centrodestra (Berlusconi o chi per lui) dovranno ora fare i conti con il movimento di Grillo che secondo alcuni raccoglie, coagula ed ha eletto al Parlamento aderenti ai Centri sociali o comunque alla sinistra estrema ed il cui peso sarà determinante nella gestione del Paese a meno che le due formazioni maggiori non si accordino (il che al momento pare improbabile) o si ricorra a nuove elezioni, dall’esito totalmente incerto.

Una sola cosa è, a mio avviso, sicura: se la sinistra si accorderà con il Movimento 5 Stelle che, pertanto, entrerà d’ufficio a far parte di quel sistema che gli ha permesso, insultandolo, di affermarsi quale primo partito alla Camera decreterà con ciò stesso la fine dei “grillini” alle prossime elezioni allorché verranno sostituiti da una nuova formazione di mera protesta, parimenti priva di programmi.

Il risultato delle elezioni politiche di febbraio, pur con l’evidente delusione nell’esito, rimarrà però nella memoria di molti Italiani per aver, ci auguriamo definitivamente, cancellato la presenza dal Parlamento di Gianfranco Fini, di Antonio Di Pietro, di Franco Marini, di Raffaele Lombardo, dell’aspirante politico Antonio Ingroia (che ci auguriamo di non dover incontraremai nella veste di Magistrato) e dei vari Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto con i relativi partiti comunisti.

 

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