PRIMA DI TUTTO L’ONORE!

autore: 
Roberto Vittucci Righini

Parliamoci chiaro e fuori dai denti: con la dichiarazione rifiuto di rimandare in India i due Marò, l’Italia aveva fatto la figura dei peracottari. 


L’onore prima di tutto e l’onore non ammette deroghe né scuse. 

Se, come pare accertato, Daniele Mancini,Ambasciatore e, quindi rappresentante dell’Italia in India, aveva dato la parola garantendo il ritorno dei due militari, il loro rientro costituiva un dovere assoluto ed inderogabile.
Né si sostenga che il mancato rispetto della parola data dall’Ambasciatore Mancini, sarebbe stato il giusto contrappeso alla violazione da parte dell’India degli accordi internazionali che stabiliscono che i due Fucilieri di Marina non possano venir processati da un incompetente Tribunale indiano. 

Non si pareggia una porcheria altrui con una porcheria nostra. 

I monarchici italiani, anche tramite questo Mensile hanno rilanciato il legittimo e giusto appello della Marina Militare “non lasceremo soli i nostri fucilieri!”, ma una cosa è battersi sul piano della legalità e del rispetto prima di tutto dei solenni impegni presi e, quindi, di sé stessi, ed un’altra rispondere ad una furbata e mascalzonata con un’altrettanta mascalzonata. 

Siamo propensi a credere che i due Marò subiranno una condanna penale, nonostante i probabili interventi economici italiani, ma la soluzione del caso creato contro il diritto internazionale dall’India deve trovare altra soluzione.

Quale?

Ad esempio con la fuga dei due Marò che non sono reclusi e hanno la possibilità di muoversi essendo parzialmente liberi, e il loro rientro così in Italia eventualmente anche con l’appoggio di una squadra militare naturalmente segreta e non pubblicizzata.

Seguire la strada certamente più comoda ma sicuramente disonorevole del mancato impegno al loro rientro in India avrebbe portato l’Italia, a comportarsi come una repubblica delle banane, facendole fare un’ignobile figura di fronte al mondo. 

 

 

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