La mostra della collezione di Farah Diba, moglie dello Scià, a Teheran e poi anche a Roma

Data: 
21 novembre 2015
Dopo 36 anni rimasti nascosti nei seminterrati del Museo di Arte Moderna di Teheran, i capolavori delle opere raccolte da Farah Diba, la moglie dello Scià di Persia, sono esposti al pubblico in una mostra a Teheran.
 
La mostra della collezione della imperatrice Farah Diba, finora considerate basfeme dal regime degli ayatollah, è un segno del disgelo tra l'Occidente e l'Iran, dopo l'accordo sul nucleare di Vienna.
 
L'imperatrice Farah Diba, appassionata d'arte, realizzò la collezione negli anni '70, e quando fu costretta a fuggìre precipitosamente in esilio nel gennaio 1979, insieme al marito, non portò con sè nulla dei suoi amati quadri.
 
Cinque anni fa, gli esperti di Christie's valutarono che, se le opere fossero state messe sul mercato, avrebbero raccolto non meno di 250 milioni di dollari.
 
Questa collezione vanta centinaia di capolavori di autori del Novecento, fra cui Jackson Pollock, Andy Warhol, Giacomo Balla, Alberto Giacometti e Pablo Picasso. 
Tra i capolavori in mostra, il 'Mural on Indian Red Ground', completato da Pollock nel 1950;  un olio su tela di Mark Rothko 'Sienna Orange and Black on Dark Brown' e 'Man on Reclining Chair' di Francis Bacon. Tra questi, decine di lavori di Warhol,  il 'Suicide' del 1963; le tavole dedicate a Mao Tse-tung, e i ritratti di Mick Jagger.Infine il Triptych di Bacon, con due uomini nudi a letto.
 
Dopo essere stata esposta al pubblico iraniano, questa straordinaria collezione voluta ai tempi della monarchia dall’imperatrice Farah Diba, sarà ospitata nel gennaio 2017 anche dal Maxi di Roma, il Museo nazionale di arte contemporanea.
Si è arrivati a questo risultato in seguito ad uno dei quattro memorandum di intesa firmati nel corso del Forum Italia-Iran, che si tiene a Teheran.